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Lione, assalto ai tifosi del Tottenham: 3 incriminati (VIDEO)

Le indagini prendono in considerazione il movente dell’odio razziale. Agenti sulle tracce anche degli altri autori del raid.
A cura di Maurizio De Santis
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il pub devastato dai tifosi del lione

Violenza aggravata. E' questa l'incriminazione a carico dei 3 ultrà del Lione arrestati mercoledì scorso per l'assalto a un pub che ospitava i tifosi del Tottenham. Ma le accuse potrebbero essere anche più pesanti: le indagini, tutt'ora in corso (proseguono le ricerche per gli altri partecipanti al raid) prendono in esame anche il movente "dell'odio razziale". A spingere la polizia in questa direzione, le testimonianze  secondo cui nell'assalto sarebbero stati notati saluti romani e insulti razzisti. E' un copione già visto nei confronti dei sostenitori ebrei: la tifoseria del Tottenham, prossimo avversario dell'Inter in Europa League, è stata presa di mira nello scorso mese di novembre da un gruppo di facinorosi romani, legati ad ambienti dell'estrema destra, in occasione della gara giocata contro la Lazio.

La ricostruzione dei fatti da parte del buttafuori del pub.

La prima cosa che mi ha colpito è che tutte le vetrine erano in frantumi e tutti erano sotto shock – aveva raccontato a Reuters Tv il buttafuori del pub, Liam Kirwin -. C’era un sacco di gente con tagli e ferite e ho visto una persona con un brutto taglio alla testa. Un’altra che gridava che gli avevano rotto il braccio.

Movimenti sospetti.

Ho notato tre uomini camminare davanti al locale, ovviamente controllando dove fossero i tifosi del Tottenham. Hanno capito che erano tutti all'interno, e dopo dieci minuti è arrivata la prima ondata dell'assalto.

Il primo agguato fallito.

Era un attacco organizzato, di almeno 50 persone. Si sono fermati fuori dal pub, hanno fatto tutti nello stesso momento il saluto nazista e poi hanno lanciato la carica. Hanno cercato di entrare dalla porta principale, ma sono riuscito a respingerli con una sedia.

Il secondo assalto con armi in pugno.

Sono tornati dopo cinque minuti stavolta erano un gruppo più piccolo, tra i 20 e i 30, però armati, con mazze e bottiglie e armi che potevano davvero fare male.

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