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Liga, il Clasico più ricco di sempre

Real Madrid e Barcellona hanno chiuso il 2015 con il record di ricavi di ogni epoca: 660 e 608 milioni. Aumentano anche debiti e investimenti per il Bernabeu griffato Abu Dhabi e il nuovo Camp Nou. Cristiano Ronaldo e Messi fanno impennare l’appeal della Liga sul web.
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La Liga passa dal Clasico. È il duello più atteso della stagione, è la sfida fra le squadre più ricche del mondo. È un confronto di identità e di culture, è Messi contro Cristiano Ronaldo, è sentire gli occhi del mondo puntati addosso per 90′ senza eguali. È Real Madrid-Barcellona, what else?

Il Real si supera – Nonostante i risultati siano peggiorati rispetto al 2013-14 e alla festa per la decima Champions League, il Real Madrid ha migliorato ancora il fatturato, salito a 660 milioni di euro nel 2015. Un dominio incontrastato per il Blancos, primo club europeo per ricavi dal 2005 (270 milioni allora), con un tasso medio di crescita dell’11% annuo dal 1999 ad oggi. Nell'ultima stagione, hanno certamente contribuito gli oltre 80 milioni di plusvalenze per le cessioni di Di Maria al Manchester United,, di Morata alla Juventus e Xabi Alonso al Bayern Monaco. In aumento anche il patrimonio netto (412,1 milioni, +41,6%) e i debiti (95,8%). Tuttavia, il Real non ha alcuna preoccupazione in chiave Fair Play Finanziario: i risultati degli ultimi tre esercizi (2013-2015) prima delle imposte, infatti, registrano un attivo di circa 152 milioni. Secondo Forbes, il valore del brand Real Madrid è leggermente sceso rispetto al 2014, ma per il terzo anno consecutivo le merengues restano in testa alla classifica delle 50 squadre sportive più ricche del mondo, davanti a due giganti dello sport made in Usa, i Dallas Cowboys e i New York Yankees.

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Diritti di immagine – “Per quanto riguarda l’evoluzione futura” si legge nel prospetto informativo, “il rafforzamento dell’immagine del club attraverso l'acquisto di grandi calciatori e il loro sfruttamento commerciale continua, in quanto questo costituisce uno dei principali vantaggi che permettono al club di mantenere la sua posizione come punto di riferimento nel mondo del calcio”. La politica di differenziazione delle fonti di ricavo, che ha fatto scendere al 28% gli introiti derivanti dai diritti tv (scelta tanto più significativa alla luce della contrattazione collettiva programmata per il 2016), è iniziata a Madrid nel 2000 con la cosiddetta “Clausola Figo”: allora il portoghese eDavid Beckham concordarono la cessione del 50% dei proventi dello sfruttamento della loro immagine alla società. Stessa sorte è toccata a Cristiano Ronaldo con l’ultimo contratto firmato col Real. Tuttavia, CR7 ora ha firmato con la Mint Media di Peter Lim, proprietario del Valencia, società con sede a Hong Kong. Come riportato dalla versione online del quotidiano singaporiano The Straits Times, Lim gestirà tutti i diritti individuali, esclusi quelli relativi Real Madrid.

Lo stadio – Tanti anche gli investimenti per modernizzare il Santiago Bernabeu, 213 milioni negli ultimi 15 anni, che si aggiungono ai 184 per la Ciudad Real Madrid. La nuova fase di ristrutturazione, che costerà 500 milioni, sarà finanziata in gran parte dall'IPIC, Ipic, l'nternational Petroleum Investment Company, il fondo sovrano di Abu Dhabi di proprietà di Mansour bin Zayed bin Sultan bin Zayed bin Khalifa Al Nahyan, a capo anche dell’Abu Dhabi United Group, società veicolo nata per acquisire il Manchester City nel 2008. Nella partnership siglata un anno fa rientra anche la possibilità futura di ridenominare lo stadio in Abu Dhabi Bernabèu. E di sicuro ora Florentino Perez dovrà valutare la posizione con Emirates, che ha ancora due anni di contratto per 25 milioni a stagione.

Fanbase – A maggio, poi, è partita la nuova app, in partnership con Microsoft, con l'obiettivo di far crescere i 650 milioni di tifosi madridisti, soprattutto in America e in Cina (l'obiettivo è conquistare il cuore di oltre 300 milioni di asiatici). Secondo quanto rivelato da Forbes, l'accordo dovrebbe valere 27 milioni l'anno, più di quanto ottenuto dal Barcellona per il contratto con Intel.

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Barcellona col botto – Nell'ultima stagione, l'anno del triplete, i blaugrana hanno chiuso con il record dei ricavi, a 608 milioni di euro, e 15 milioni di utili (+78 milioni rispetto al 2014). Da solo, il marketing porta 225 milioni, rispetto ai 169 del 2014, per effetto dei nuovi contratti con Beko e Telefonica, e dei rinnovi con Audi, Damm e La Caixa. Saltato, invece, almeno per ora, il rinnovo con Qatar Airways, jersey sponsor contro cui la scorsa estate era stata lanciata una petizione in quanto contrario all'identità e alla storia del club, che ora immette nelle casse del club 30,4 milioni a stagione. Nell'incontro dello scorso 23 ottobre, il presidente Josep Maria Bartomeu ha incassato il no della compagnia aerea, che a quanto risulta non vuole investire nella sponsorizzazione più di 60 milioni, meno di quanto richiesto dai catalani. Un piccolo stop nella battaglia con il Manchester United, che ricava più di ogni altra squadra al mondo dalla sponsorizzazione sulle maglie (63 milioni da Chevrolet). In più, c'è sempre da considerare l'accordo con lo sponsor tecnico Nike, che scade nel 2018.

Debiti e investimenti – In crescita anche i diritti tv, 163 milioni, e il botteghino (149). Aumenta anche il debito netto, da 287 a 328 milioni, ma per il 2016 le stime parlano di ulteriori crescite nelle entrate (previsto un fatturato da 663 milioni), anche grazie alla cessione dei diritti tv, solo per questa stagione, a Telefonica, che controllerà anche il canale tematico del club, e sarà partner regionale per le prossime tre stagioni in America Latina e Messico. È stato anche un anno complicato dal punto di vista fiscale, con le accuse di evasione a Neymar, Mascherano e soprattutto Lionel Messi che, per il tribunale di Gavà, “non poteva non sapere” che suo padre, e suo agente, aveva omesso di dichiarare i guadagni sui diritti di immagine tra il 2007 e il 2009 per un mancato versamento di oltre 4 milioni di euro. La questione rimane aperta nonostante Messi abbia già versato circa 4 milioni di multa, più altri 22,4 per dichiarazioni errate dal 2010 al 2012.

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Espai Barça – Nella stagione dei record, salgono anche gli investimenti. A un anno dall'approvazione dell'assemblea dei soci, il club ha messo in cantiere l'Espai Barça, la nuova cittadella sportiva da 600 milioni che comprenderà il Palau Blaugrana, dove giocherà la squadra di basket, il Miniestadi e il nuovo Camp Nou. I lavori, che saranno completati tra il 2017 e il 2022, comprendono una copertura di 47 mila metri quadri per lo stadio, cui sarà anche aggiunta una nuova tribuna.

Liga sui social media – Cristiano Ronaldo, lo sportivo con più followe su Facebook (107 milioni), e Messi, “fermo” a 81 milioni, lanciano la presenza della Liga sui social network. Anche per questo, la lega spagnola ha annunciato la partnership con Grabyo, che fornirà video social su diverse piattaforme. “Vogliamo estendere il tradizionale modello televisivo in uno più innovativo, che copra una moltitudine di esperienze digitali” ha dichiarato il CEO della compagnia, Gareth Capon. “Novanta minuti di partita non bastano più ai tifosi” ha detto il responsabile per innovazione e sviluppo globale della Liga, Martinez Trujillo: “vogliono gli highlights dei match, le interviste, i servizi speciali e tutta una serie di altri contenuti”. L'accordo, ha concluso, non genererà introiti immediati, ma potrà aumentare l'appeal, e il valore, delle squadre e della Liga nel suo complesso.

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