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Liechtenstein, contro l’Italia record di presenze per Jehle: “Io simile a Buffon”

Il portiere della piccola nazionale alpina raggiungerà contro gli Azzurri quota 124 presenze, scavalcando Mario Frick fermo a quota 123. Per lui quasi 300 reti subite: “Ma non vedo differenze tra me e gli altri, tutti abbiamo come obiettivo salvare la nostra porta”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Peter Karl Jehle è un nome sconosciuto alla maggior parte dei tifosi di calcio italiani. Eppure il portiere del Vaduz, classe 1982, è una leggenda nel suo paese, il Liechtenstein. Attualmente è a quota 123 presenze, come Mario Frick che ne detiene il record: e contro l'Italia potrà scavalcarlo, diventando così il calciatore del piccolo paese alpino con più presenze in Nazionale.

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Per molti versi, ricorda Gigi Buffon: portiere e capitano della propria nazionale, leggenda nel proprio paese. A differenza del capitano Azzurro, però, lui ha vissuto anche l'esperienza di giocare all'estero, fuori dal Liechtenstein e dalla Svizzera, dove militano le squadre del piccolo paese alpino: prima al Boavista in Portogallo (giocò anche contro il Palermo in Coppa UEFA), poi con il Tours in Francia prima di tornare in patria. Insomma, un portiere da non sottovalutare, nonostante le statistiche "pesanti".

Con i suoi club ha giocato 294 partite, subendo ben 406 reti (solo in 82 casi ha mantenuto la porta imbattuta), mentre in Nazionale nelle sue 123 presenze ha incassato 297 reti tra qualificazioni europee, mondiali ed amichevoli varie, mantenendo la porta imbattuta appena in quattordici occasioni. Ed in un'occasione guadagnò una fama internazionale: un anno fa parò un rigore ad Ibrahimovic contro la Svezia, e lo stadio di Vaduz esultò come fosse un gol (e dire che si era già sullo 0-2).

"Dopo il rigore parato a Ibrahimovic per un po' il mio nome è diventato famoso", ha spiegato Jehle intervistato da Repubblica, "ma se penso a una notte magica, ricordo il 2-2 contro il Portogallo nel 2004, qualificazioni mondiali. Per noi è molto difficile fare punti, certi momenti restano nella storia. Ma io non vedo nulla di differente fra me e gli altri. Non cambia se ti chiami Gigi Buffon e giochi con la Juve e l'Italia o se ti chiami Peter Jehle e indossi la maglia del Vaduz e del Liechtenstein", ha proseguito, "tutti noi abbiamo un pensiero fisso: salvare la nostra porta. Per un portiere, ogni rete subita è una ferita, fa male in qualsiasi categoria, a qualsiasi latitudine. Se mi metto a pensare, entrando in campo, che posso prenderne otto, divento triste. Invece, provo solo a giocare la miglior partita della mia vita".

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