L’esultanza di Ciro Immobile: “Dedico il gol a mia moglie, incinta di un maschietto”
Simone Inzaghi aveva lasciato Ciro Immobile in panchina. L'attaccante di Torre Annunziata era stato bloccato da un problema muscolare: un fastidio che nell'immediata vigilia del derby aveva suggerito al tecnico di non rischiarlo dall'inizio. Ha iniziato in pachina e finito in trionfo: sua la rete del raddoppio su calcio di rigore dopo il vantaggio di Caicedo. Gol e sipario chiuso all'Olimpico perché la Roma non si riprenderà più da quella mazzata che equivale al colpo del ko. Anzi, la squadra di Eusebio Di Francesco perde la bussola, le staffe, le saltano i nervi e chiude addirittura in dieci per il rosso a Kolarov.
L'altra metà del Tevere fa festa, quella giallorossa rosica e mastica amaro per aver gettato al vento una ghiotta occasione: avrebbe potuto agganciare l'Inter al quarto posto, si ritrova col fiato sul collo della Lazio che ha una partita in meno da recuperare (il 10 aprile, contro l'Udinese).
Lenta, impacciata. Così appare la Roma che non riesce a trovare – se non a sprazzi – il bandolo della matassa. E quando Ciro trasforma il penalty allora è finita per davvero… e la scena è tutta per Immobile che la occupa con un'esultanza particolare. Prende il pallone, lo nasconde sotto la maglietta, porta il pollice in bocca e mima la gioia per la rete e per la moglie, Jessica, incita del terzo figlio. Un maschietto, come ammette lo stesso bomber in diretta tv.
Dedico il gol a mia moglie Jessica – dice a DAZN nelle interviste a bordo campo -. E' incinta, aspettiamo il terzo figlio, è il primo maschio.
Quanto alla gara, il successo nel derby dà nuovo vigore alla Lazio. Le resta da recuperare la sfida con l'Udinese (10 aprile) e, al netto dei confronti diretti, può ancora ambire a conquistare la quarta posizione che vale il podio Champions.
E' stata una partita molto importante, non solo perché è un derby. Non vincevamo da tanto tempo – ha aggiunto Immobile -. Ma anche per la classifica e per il morale, abbiamo lavorato alla grande.