Leoni per Agnelli: i campioni della Juventus nell’era dell’Avvocato (FOTO)

Il 24 gennaio 2003, dieci anni fa, ci lasciava a 81 anni l'avvocato Gianni Agnelli, uno tra i più grandi imprenditori italiani e presidenti di società di calcio. Padre fondatore dell'impero FIAT, Agnelli dal 1947 divenne presidente della squadra di calcio che già il padre Edoardo aveva portato al ruolo di protagonista del calcio italiano ed europeo: la Juventus. Squadra che diresse praticamente per tutta la sua vita, suddivisa tra sport, lavoro e mondanità. Già negli anni '30 la Juventus aveva conosciuto un suo primo periodo di fulgore sportivo ma fu proprio sotto l'"Avvocato" e suo fratello Umberto che i colori bianconeri salirono sul tetto d'Europa e del Mondo in modo imperituro. Dalla metà degli anni 40 agli inizi del 2000 sono stati tantissimi i trofei conquistati dalla ‘Vecchia Signora' ma ancor più sono stati i campioni che si sono succeduti sotto la dirigenza di Gianni Agnelli: veri e propri fenomeni unici che hanno scritto le pagine indimenticabili di un periodo forse irripetibile.
Il trio magico – Tra questi, e tra i primi non si possono non ricordare John Charles il gigante buono, Omar Sivori, argentino dalla faccia sporca e Giampiero Boniperti, la ‘Marisa' che veniva svegliata quotidianamente da Agnelli alle sei del mattino con una telefonata che pretendeva di avere un filo diretto costante con la squadra. Loro formavano il famosissimo ‘Trio Magico' che riuscì a conquistare tre scudetti consecutivi e soprattutto il tricolore numero 10, quello che permise alla Juventus di mostrare orgogliosamente la stella al petto. E se Giampiero Boniperti nel 1971 legherà in pratica per sempre la propria immagine a quella della Juventus diventandone il presidente, con gli anni 70 si apre un nuovo ciclo strepitoso sotto la proprietà di Agnelli: quello della Juventus di Parola e di Trapattoni, autentici maghi della panchina bianconera.
I mitici ‘dieci' – Giocatori italiani come zoccolo duro di una squadra che annoverava però anche fuoriclasse autentici provenienti dall'estero come Zibi Boniek e soprattutto Le Roi Michel Platini, al quale la Juventus deve alcune delle pagine più belle della sua storia recente. Un numero dieci ‘totale', Platini, genio e sregolatezza, fenomeno assoluto e regista perfetto, incarnò la tradizione bianconera per il ‘numero 10′, l'architetto assoluto del gioco. E quel '10' non a caso, nell'epoca di Gianni Agnelli ebbe sempre un posto particolare nell'immaginario collettivo, vestito solamente da assoluti campioni e fuoriclasse come Roberto Baggio, Zidenide Zidane, Alessandro Del Piero. Sono loro, in estrema sintesi, altri tre alfieri dell'epopea sportiva bianconera dell'Avvocato che non si è mai fatto mancare nulla per la Juventus. Amati e ‘bacchettati' dall'Avvocato sempre ipercritico nei confronti dei propri giocatori, ancorchè pupilli. Fenomenale il "coniglio bagnato" rifilato al bianconero Baggio, nel 1994, durante la deludente avventura mondiale americano il "più divertente che utile", rifilato ad un mai pienamente convincente Zinedine Zidane o la straordinaria intuizione su Alessandro Del Piero, il ‘Pinturicchio‘. Oggi che non c'è l'Avvocato, quella tradizione si sta ancora arricchendo con la presenza il campo del ‘Professore' Andrea Pirlo uno che avrebbe fatto sognare Gianni Agnelli. O con l'ultima esplosione in casa bianconera: Paul Pogba il diciannovenne francese scuola United che spera di far meglio di Platini e Zidane insieme. Così era Gianni Agnelli, simbolo della Juventus, imperitura icona bianconera il cui ricordo è portato avanti dall'impegno attuale del nipote Andrea e non solo: sulle maglie della Juventus di oggi grande come in passato, che prova a ritornare ad essere la migliore in assoluto ci sarebbe dovuta essere (al netto di Calciopoli) la ‘terza stella', la stessa che l'Avvocato aveva posto come obiettivo primario nella storia del club di Torino nei confronti delle avversarie di sempre, Inter e Milan.
"La vera gara tra noi e le milanesi sarà tra chi arriverà prima: noi a mettere la terza stella, loro la seconda" aveva detto Agnelli. Chissà se oggi, non vedendola al petto dei suoi ragazzi nel trambusto di titoli vinti e revocati, avrebbe qualcos'altro da dire lui che un giorno disse: "La verità è che la Juve non deve mai guardarsi indietro, ma pensare sempre al successo che verrà"