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Lega Pro, la crisi del Mantova in mano a pornodivi e faccendieri

Una fitta schiera di azionisti sotto il 9%, per evitare controlli finanziari, ha in mano il Mantova senza però avere i soldi necessari per salvare la società dal fallimento. Il presidente De Sanctis è pluriprotestato e poco tempo fa è entrato in società anche Antonio Palmieri, in affari con la sorella di Antonio Iovine, ex boss camorrista del clan dei casalesi.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Como ha già detto addio al calcio professionistico e tra qualche giorno la stessa fine potrebbe accadere anche ad un'altra società gloriosa del nostro calcio, il Mantova. Attualmente  la società ha pagato l’iscrizione alla Lega ma ora ha pochi giorni per fornire le garanzie finanziarie sui debiti e passare l’esame della Covisoc. E la sensazione è che non abbia le carte in regola per farlo visto che ci sono diversi movimenti in società che hanno destato più di un interesse e potrebbero scattare indagini al riguardo. Anche nei confronti dell'attuale numero uno, Marco Claudio De Sanctis, romano, pluriprotestato, che risulta avere precedenti per illeciti fiscali, emissione di fatture per operazioni inesistenti e truffa.

Presidente indebitato – Un affare losco, torbido, di quelli che se prendono piede poi è impossibile estirpare e che è arrivato sulle pagine del Corsera. Il tutto attorno al Mantova, nobile decaduta del nostro calcio che al momento è iscritta alla Lega Pro ma rischia seriamente il fallimento e di ripartire dalla serie dilettantistica. Il tutto per una serie di debiti che non vengono estinti. Il presidente De Sanctis ha promesso che i soldi arriveranno e ci saranno anche le garanzie ma i movimenti attorno alla società non rassicurano i tifosi.

L'ombra della camorra – Davanti al notaio Claudio Ciaffi di Roma, due signori di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), Antonio Palmieri e Gaetano Russo, hanno rilevato ciascuno il 9% delle quote da uno dei vecchi soci, Andrea Barberis, e dalla sua azienda. Palmieri – si legge sul Corriere della Sera –  risulta in affari e in società con la sorella di Antonio Iovine, il boss camorrista, oggi collaboratore di giustizia, che fu uno dei principali esponenti con Michele Zagaria e Francesco Schiavone del clan dei casalesi. Non si capisce cosa possa interessare il Mantova, sull'orlo del fallimento.

I faccendieri al 9% – E che in società ha una fitta schiera di azionisti che sembrano tramare nell'ombra. Prestanomi, pornodivi, faccendieri più o meno già sotto il mirino della giustizia per altri motivi,  tutti sotto il 10%, per dribblare le verifiche su onorabilità e solidità finanziaria, ma nessuno in grado di tirar fuori i soldi per salvare la società. Una fitta schiera di persone che probabilmente cercano di lucrare dall'affare Mantova, in attesa di capire che fine farà il club.

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