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Lega Pro, Damiano Tommasi (AIC): “Stiamo monitorando la situazione”

L’Assocalciatori ha ritirato lo sciopero della prima giornata di campionato ma non allenta l’attenzione attorno alle norme sull’utilizzo dei giovani e della spartizione dei fondi economici ai club: “La nostra battaglia sarà sempre per la meritocrazia”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il presidente dell'Assocalciatori rimane con le antenne ben dritte, perchè l'allarme in Lega Pro non è rientrato del tutto e nuove bufere rischiano di presentarsi all'orizzonte delle serie minori del calcio italiano, da sempre in difficoltà e mai tutelate in modo adeguato. Damiano Tommasi, a margine di una iniziativa a Coverciano, tavola rotonda "Dopo il triplice fischio" sul futuro dei calciatori dopo aver appeso le scarpette al chiodo, è ritornato sui problemi che avevano portato a minacciare uno sciopero generale in occasione del primo turno di campionato.
Poi rientrato, a fatica e contro voglia, per dimostrare la buona volontà da parte dei calciatori di trovare soluzioni costruttive con la Lega.

Senza meritocrazia, pronti a nuovi scioperi – Con il direttore generale della Lega Pro Francesco Ghirelli è stata lotta dura, soprattutto a fine agosto, quando Damiano Tommasi ha recepito lo scontento dei giocatori di Lega Pro davanti alle ultime scelte federali e al rischio concreto, di creare discriminazioni e differenze generazionali che avrebbero minato il presente e il futuro di tutti i campionati cadetti italiani. La nuova riforma per l'impiego obbligatorio di giovani e la conseguente diversa destinazione dei fondi economici tra i vari club più o meno aderenti, aveva portato al muro contro muro. Poi rientrato per il buon senso di tutte le parti in gioco, ma senza che l'Aic abbia abbassato l'attenzione sulla questione: "Stiamo monitorando la Lega Pro molto da vicino perché la discussione è stata molto accesa, visto che quando si è parlato di riforma, lo si era fatto per alcune cose che noi volevamo fossero garantite, una su tutte il progetto tecnicoDi sicuro l'anomalia dei due campionati, sia quello di prima che di seconda divisione, crea valutazioni particolari, in una stagione particolare, e proprio per questo stiamo monitorando ogni singola giornata. La nostra battaglia non era né pro, nè contro i trentenni, né pro o contro i giovani, ma per la meritocrazia"

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