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Presidenza della Lega di A, Veltroni: “Non mi candido”

L’ex segretario del Partito Democratico non partecipa alla corsa per la Lega calcio. “In questo momento non esistono le condizioni oggettive e personali per le quali io possa aderire a questa ipotesi”.
A cura di Vito Lamorte
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"In questo momento non esistono le condizioni oggettive e personali per le quali io possa aderire all’ipotesi, allo stato solo tale, della presidenza della Lega Calcio". Le parole di Walter Veltroni che dice no all’ipotesi di candidatura alla presidenza della Lega di A. Una soluzione caldeggiata dalle 13 ‘piccole' squadre del campionato e aveva raccolto il consenso dell’attuale ministro dello Sport, Luca Lotti, e del presidente del Coni, Giovanni Malagò.

Ringrazio chi ha voluto parlarmene – ha aggiunto Veltroni – e auguro al calcio italiano, motivo di passione e di impegno per milioni di cittadini, di trovare la necessaria unità e lo scatto di innovazione, di indirizzi e organizzativi, indispensabili per far crescere ancora e rendere più moderno, popolare e internazionale il nostro sport più seguito.

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L'uomo per far ripartire il calcio italiano non sarà Walter Veltroni. L'ex segretario del Partito Democratico sembrava uno dei candidati alla successione di Maurizio Beretta sullo scranno più alto della Lega calcio. All'ex sindaco di Roma mancava un solo voto per raggiungere il quorum dato che tredici società avrebbero già espresso il loro apprezzamento e manca ancora il sì di Juventus, Roma, Napoli, Inter, Milan, Lazio e Fiorentina. La squadra nerazzurra e quella giallorossa  sembrano favorevoli alla nomina di Veltroni e il quorum sembra essere l'ostacolo meno difficile da superare.

L’ex segretario del Pd non era molto convinto di lasciare il suo lavoro di scrittura su temi civili per quattro anni ma, dopo aver dato la sua disponibilità, il suo programma era stato condiviso da più parti. La figura di Walter Veltroni come numero uno della Lega nasceva dall'esigenza di dare una scossa a questa situazione di stallo che attanaglia il calcio italiano e affidarlo a persone credibili, capaci di dialogare con le istituzioni e con gli operatori internazionali.

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