Lega Calcio: alla riunione con gli arbitri, un ‘Primavera’ rappresenta il Napoli
Dialogare fa sempre bene e fa parte delle regole: tra arbitri e diretti protagonisti in campo, giocatori, dirigenti e allenatori deve sussistere un invisibile filo rosso che leghi tutte le componenti per fare il bene del calcio. E anche l'ultima assemblea in Lega tra le società di Serie A (con dirigenti, Responsabile Tecnico della prima squadra o suo vice,Capitano o suo vice) e la Commissione degli Arbitri Nazionale è servita per questo scopo.

Presenti i principali dirigenti italiani e i giocatori più rappresentativi oltre alle figure di Gravina, presidente della FIGC, e Miccichè, presidente della Lega Serie A che non hanno voluto saltare l'appuntamento. Tutti, tranne per il Napoli di De Laurentiis che si è fatto rappresentare oltre che dal responsabile della comunicazione del club, Lombardo, anche da Gianluca Gaetano, un giovanissimo calciatore proveniente dalla Primavera.
I presenti alla riunione in Lega Calcio
Non si è capita bene la scelta del club partenopeo, in bilico tra provocazione, polemica o semplice snobismo all'evento. Fatto sta che la società napoletana non aveva alcun rappresentante ‘di spicco' (un atto ‘dovuto' vista l'importanza del confronto ciclico) a differenza delle altre società. L'Inter, ad esempio era rappresentata da Handanovic (capitano) Spalletti e Marotta; il Milan da Gattuso, Romagnoli, team manager Romeo; la Roma da De Sanctis, De Rossi; la Lazio da capitan Lulic e la Juventus da Landucci (vice Allegri) e Barzagli.
Rizzoli: idee chiare, fiducia agli arbitri
Tema del giorno, le decisioni arbitrali che nell'ultimo turno infrasettimanale e nel weekend non hanno spento polemiche e critiche soprattutto per la differente interpretazione del VAR, tema sempre caldissimo all'ordine del giorno. A dirigere i lavori, Rizzoli, designatore che ha provato a dare motivazioni plausibili laddove ha potuto.
Il giudizio su Abisso e Fabbri
"Il rigore per la Lazio era da concedere, il braccio non era congruo (quindi scagiona Abisso dalle critiche, ndr): il braccio è estremamente largo, e il corpo va nella direzione di intercettare il pallone. Abbiamo spiegato perché sono state prese alcune decisioni e abbiamo ammesso alcuni errori umani, non della tecnologia. Stop a Fabbri? È una questione di serenità, ma deve restare all'interno della squadra.