Le quattro giornate di Napoli e del Pipita
E' più grave l'episodio di Torino, quando Bonucci appoggiò la sua testa contro quella dell'arbitro Rizzoli gridandogli in faccia tutta la sua rabbia, o le mani di Higuain sul petto di Irrati e la successiva gazzarra degna di un incontro di wrestling? Sono in molti a chiederselo, dopo l'attimo di follia dell'attaccante partenopeo nel pomeriggio della "Dacia Arena". In un calcio dove la prova televisiva è sempre più preponderante, il sistema rischia di accartocciarsi di nuovo su se stesso solo per una semplice questione di referto: ovvero, solo per ciò che l'arbitro ha comunicato al giudice sportivo. Secondo Rizzoli, evidentemente, il difensore della Juventus non era stato aggressivo a sufficienza per meritarsi il rosso e la successiva squalifica. Di ben altra idea, invece, è stato il fischietto di Firenze: lo stesso che decise lo stop di Lazio-Napoli, in seguito ai "buu" razzisti contro Koulibaly. Possibile che la giustizia sportiva non possa, in casi come questi, rivedere e valutare con propria coscienza gli episodi, al di la dell'appunto arbitrale?
L'incendio della lotta scudetto
Le quattro giornate di squalifica rifilate a Higuain gridano vendetta, specialmente se paragonate al "buffetto" fatto dalla giudice al difensore della Juventus. Sommate al turno di stop inflitto a Sarri (anch'esso buttato fuori durante la corrida friulana), sono benzina su un fuoco mai spento: quello della presunta sudditanza psicologica degli arbitri nei confronti della vecchia signora. Sono l'ennesima macchia di un sistema che non funziona come dovrebbe, la rovina di un'entusiasmante lotta scudetto che, fino a qualche settimana fa, sembrava essere esente da polemiche e infuocate dichiarazioni. E' bastato poco, però, a far cambiare il clima ai piani alti della classifica. Qualche dichiarazione forte, alcune insinuazioni pruriginose, un paio di provocanti affermazioni: tanto è bastato per spostare la tensione sul campo, dove giocatori, ma soprattutto arbitri, stanno continuando a soffrire tremendamente la pressione di questo duello tricolore.
La giustizia "bendata"
A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina, ribadiscono in molti. Gli stessi che hanno più volte ricordato che Irrati era l'arbitro addizionale del derby tra Torino e Juve e aveva visto la reazione di Bonucci. In molti aggiungono che era anche l'arbitro di Bologna-Juve: colui che non aveva ammonito Bonucci per una brutta entrata su Destro, graziandolo dalla successiva squalifica (era diffidato) e dandogli la possibilità di scendere in campo contro l'Inter e segnare il gol dell'1-0. Qualcuno ora ci verrà a dire che Higuain paga perché recidivo e perché a Parma, durante la scorsa stagione, tutto sommato se l'era cavata solo con una multa. A questi signori occorre però ricordare che se l'argentino è il diavolo, di certo il difensore di Allegri non può certo passare per l'angioletto della situazione. Ma forse, dalle parti di chi giudica e decide, un'idea se la sono già fatta. Mettendo, però, da parte il sostantivo "giustizia".