Le lacrime di Jorginho, Napoli s’è arresa ma non ha perso l’orgoglio
Rabbia, delusione, ma poco orgoglio. Al San Paolo contro il Torino tutti si attendevano un ultimo atto di grinta e coraggio da parte del Napoli, ma i tifosi – e non solo – sono rimasti delusi. Un pareggio – a suon di gol – che non è valso a nulla se non dare il lasciapassare alla Juventus per il suo settimo scudetto consecutivo. Oggi, i punti di distacco sono 6 e solamente due sconfitte bianconere unite a due successi in goleada del Napoli potrebbero stravolgere un destino già scritto.
Pareggio inutile. Titoli di coda, dunque, sul tricolore, mestamente. Una partita in salita, difficile, giocata con tanti pensieri nella testa, troppi. Dal futuro di Maurizio Sarri all'addio di pepe Reina, alla nebulosa di mercato su un gruppo che sembra aver concluso un ciclo e l'indecifrabile volontà del presidente De Laurentiis.
Lo sgambetto di Mazzarri. Il Torino dell'ex Mazzarri, che molto bene si è comportato in campo, è apparso semplicemente come un ostacolo in più, non il principale di un pomeriggio in cui gli azzurri hanno alzato al cielo la bandiera bianca della resa quasi incondizionata. E se si pensa che la vigilia era ben diversa con i tifosi pronti a contestare il sistema ma a sostenere fino all'ultimo la propria squadra, l'esisto è risultato più che deludente.
Le lacrime di Jorginho. E le lacrime viste sul volto di Jorginho al 90′ sono l'emblema di quanto è sfumato dopo un anno vissuto da protagonisti. Un contraccolpo soprattutto psicologico che conferma come tutto sia davvero finito, concluso a favore della Juventus. Le ultime due giornate non saranno altro che una passerella obbligata in cui il Napoli proverà ad onorare solamente la seconda piazza.
L'addio di Pepe. La delusione di uno dei migliori giocatori del Napoli in stagione, è la fotografia di quanto grane sia stato il sogno: lacrime, consolazione, rammarico. E poi, spazio all'addio di Pepe Reina, altro capitolo che si è trascinato in questi ultimi mesi di campionato ed è arrivato al capolinea. Per lo spagnolo commovente giro di campo con tutto il San Paolo ad applaudire.
Contestazione a De Laurentiis. Adesso, è già tempo di ricostruzione, ma sarà difficile. Tanti i punti interrogativi cui dare risposta certa. C'è una frattura evidente tra il popolo partenopeo e il patron De Laurentiis: lo stadio si è schierato con i giocatori e con Sarri, non con il presidente. Che però è l'unico sicuro a restare al proprio posto anche per il prossimo anno.