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Le false partenze di Real, PSG, United e City: quando i soldi non aiutano a vincere

Il Real Madrid paga già 5 punti alla capolista Barcellona; il PSG degli sceicchi è addirittura a -6 dalla vetta occupata dal Marsiglia; il City campione è a 5 punti dal capolista Chelsea mentre lo United è a 6 lunghezze. Un inizio di stagione negativo per le grandi d’Europa salvate solo dai successi e dalle conferme della Juve e del Bayern.
A cura di Alessio Pediglieri
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Insieme hanno un valore di mercato attuale tra i più alti d'Europa, stimato attorno al miliardo e 350 milioni di euro ma dopo un totale di 7 partite hanno racimolato la pochezza di 8 punti nei rispettivi campionati.
Stiamo parlando delle super potenze del calcio del Vecchio Continente targate Real Madrid, Manchester City e Paris Saint Germain.
Padroni assoluti delle scene nazionali e internazionali tra campionati vinti e protagonisti indiscussi degli ultime sessioni di mercato, i tre ‘top-club' hanno steccato in maniera eclatante i debutti in Premier, Ligue1 e Liga spagnola evidenziando molti più problemi d'assetto di quanto i soldi spesi e il nome portato sulle spalle avrebbero dovuto nascondere.

Sulla carta imbattibili, in campo un po' meno – Che il calcio non sia una scienza esatta lo si sa da sempre e chi mastica pallone per professione e passione conosce questa come la prima regola con cui fare i conti. Sempre. E non c'è eccezione che tenga, nemmeno se si mette mano al portafogli e si spendono e spandono milioni su milioni di euro per accaparrarsi i migliori piedi in circolazione.
Sulla carta, le tre società non hanno rivali: il Real Madrid di Mourinho riparte infatti con il titolo di campione di Spagna in tasca, dopo una clamorosa stagione che l'ha proiettato – per la prima volta nel suo ancor breve regno madridista – al di là del Barça dei marziani.
Così come il City di un Roberto Mancini capace di vincere in Inghilterra FA Cup e Premier in due anni, imponendo la legge dei citizens ai cugini più quotati dello United e mettendo in fila le altre pretendenti al titolo.
E sulla carta – ancor più di Real e City – non ha rivali soprattutto il Paris Saint Germain degli sceicchi che hanno messo sul piatto del calciomercato in poco più di tre sessioni (estate 2011 – inverno 2012 – estate 2012) qualcosa come 150 milioni e passa, ingaggiando tutto ciò che il meglio del calcio internazionale offriva.
Oggi, con tutti i campionati oramai incominciati ed una stagione da subito entrata nel vivo, si può tranquillamente dire che delle ‘big‘ attese al via con il botto, non ha deluso solamente il Bayern Monaco (3-0 in trasferta al Greuther con reti di Muller, Mandzukic e Robben) in Bundesliga e la Juventus (2-0 al Parma con i gol di Lichsteiner e Pirlo) in Serie A.

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Mercato da sceicchi, campionato da principianti – Iniziamo dal flop più clamoroso, in Francia, da parte del Paris Saint Germain. La multinazionale del gol e dei milioni di euro dopo tre partite in Ligue1 non è riuscita ancora a infilare una vittoria per il piacere del proprio pubblico e per l'attesa (ad orologeria) di una proprietà che non aspetterà molto ad alzare la voce e a mettere sulla graticola Leonardo, Ancelotti & company.
Il campionato transalpino, come da tradizione, è stato il primo ad aprire i battenti della stagione 2012-2013, quella che dovrà segnare in modo assoluto il ritorno al successo della società parigina dopo lo smacco subito nelle battute finali dello scorso campionato da parte del sorprendete Montpellier e soprattutto dopo l'ingente campagna acquisti che ha portato sotto la Torre Eiffel in ordine sparso i vari Pastore, Menez, Thiago Silva, Ibrahimovic, Thiago Motta, Lavezzi, Verratti e – da gennaio – il talento brasiliano di Lucas.
Bene, dopo tre turni, la squadra capitolina si ritrova mestamente in dodicesima posizione con all'attivo altrettanti – deludenti – pareggi ottenuti oltretutto con avversari di tutto rispetto.
l'11 agosto, al debutto davanti al proprio pubblico l'armata delle meraviglie di Ancelotti non ha saputo andar oltre ad un pareggio per 2-2 contro il Lorient, ringraziando soprattutto Zlatan Ibrahimovic autore di entrambe le reti dei parigini.
Una mezza ‘stecca' ripetuta puntualmente sette giorni dopo, il 19 agosto in trasferta a casa dell'Ajaccio che ha fermato il PSG con un 0-0 ripetutosi puntualmente il 26 agosto a Parigi contro il Bordeaux.
Il prossimo 2 settembre verrà rinnoivato l'appuntamento con la prima vittoria in campionato: il PSG è atteso dalla difficile trasferta di Lille, con i padroni di casa che si presenteranno forti della loro imbattibilità dopo tre gare e dei 5 punti conquistati. Un match che il PSG sarà costretto a disputare già con il fiato sul collo e la critica pronto a smontare la supermacchina degli sceicchi.
Ad oggi la vetta è già distante 5 punti, occupata dall'Ol. Marsiglia che veleggia a punteggio pieno , tallonata dal quartetto Lione-Valenciennes-Bordeaux-Tolosa che insegue a 7. Certo, nulla di complicato o compromesso: il PSG vincerà per dispersione la Ligue1 uscendo alla distanza e mietendo successi su successi nel momento in cui tutti i fenomeni si metteranno a disposizione degli insegnamenti di Ancelotti. Ma ad oggi la figura è di quelle pessime, un mezzo disastro che sta facendo sorridere chi si è visto ‘scippare' campioni senza poter opporre alcunaresistenza.

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Un Madrid per niente Real – Stesso discorso, forse ancor più grave per questo primissimo scorcio di stagione, è riferito al Real Madrid di Josè Mourinho. I Blancos si ripresentavano al via sulla struttura che l'anno passato ha permesso al Real di conquistare la Liga ridimensionando il Barcellona di Pepe Guardiola, ottenendo il record assoluto di punti conquistati in un campionato spagnolo sulla scia di un Cristiano Ronaldo inarrestabile in zona gol.
Non solo: con la partenza di Guardiola e un Barcellona atteso alla ‘prova‘ Vilanova, proprio il Real si presenta ai blocchi di partenza come protagonista della scena spagnola e squadra da battere. Fatto avvenuto puntualmente alla seconda giornata di Liga, da parte del modestissimo Getafe, capace di ribaltare il risultato della gara per 2-1 e aprendo una piccola-grande crisi madridista. Se si aggiunge l'inconsistente pareggio alla prima giornata in Primera Division con il Valencia, al Bernabeu, per 1-1 e la sconfitta nel ‘Clasico' di Supercoppa di Spagna subita contro il Barcellona al Camp Nou per 3-2, si può comprendere benissimo il clima pesante che sta aleggiando attorno al più titolato club iberico.
E si può capire benissimo lo sfogo di Mourinho dopo i deludentissimi risultati fin qui ottenuti che allontanano il Real dal primo obiettivo stagionale e dalla vetta della Liga, distante già 5 punti con il Barcellona che ha ricominciato da dove aveva concluso il cammino: vincendo, a suon di gol (7 in due incontri) e dal solito – devastante – Leo Messi.
E' vero, il mercato del Real – al contrario di quello del PSG – non è stato certo roboante, complice soprattutto l'avvenuta dichiarazione di crisi dell'intero calcio iberico vessato da oltre 5 milioni di debiti e non più aiutato dai prestiti e dai sussidi di banche e Stato.
A una settimana dalla chiusura del mercato estivo, alla voce ‘entrate' compaiono unicamente i nomi di Fernandez, portiere 24enne giunto in prima squadra dalla Primavera madridista e Alvaro Morata, il classico giovane (19 anni) ‘puntero‘ anch'egli prelevato dal vivaio che farà la classica gavetta dietro ai vari Ronaldo, Higuain e Benzema. Poi i rientri di Canales e Gago (rivenduti al Valencia) e Drenthe spedito in Turchia al Galatasaray. Per il resto, nient'altro, in attesa di arruolare mettere in campo  il nuovo acquisto, l'esterno Modric il talentino preteso da Mourinho e che dovrebbe dare un ulteriore salto di qualità ad un organico che si è già privato dello svizzero Sahin (in prestito al Liverpool) e si priverebbe dell'ex stella Kakà in odore di un revival in rossonero al Milan.

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Manchester, un flop bifronte – Ha deluso – molto – le attese anche un'altra città attesa protagonista sul piano internazionale, di questa stagione che, stando ai primi botti, non lesinerà soprese. Manchester, su  entrambe le sponde City e United. I campioni in carica  di Roberto Mancini, tornati alla vetta della Premier dopo 44 anni d'attesa, stanno faticando più del dovuto in questo inizio di campionato: vittoria all'esordio contro il modesto Southampton per 3-2 all'Eithad Stadium non senza patemi d'animo. Rigore sbagliato da Silva al 17′ (sullo 0-0) e gol vittoria grazie a Nasri solamente a 10 minuti dalla fine.
Peggio è andata alla seconda giornata nella delicata trasferta del rinnovato Liverpool agli ordini di Rodgers: 2-2 ottenuto dopo essere passati per due volte in svantagggio e ringraziando il solito Tevez capace all'80' di infilare la porta di Reina evitando la prima sconfitta stagionale.
Un po' poco per una squadra che ha confermato i propri propositi di ripetersi in Inghilterra puntando però decisamente al successo in Champions League: il Chelsea, primo in classifica, è già a più 5, a punteggio pieno e davanti ai citizens ci sono anche i sorprendenti Swansea, Everton e West Bromwich.
Ma peggio del City è riuscito a fare lo United dello storico inossidabile 70enne Alex Ferguson. Il tecnico scozzese si ritrova a metà classifica con tre punti in due gare e sul groppone già una sconfitta: 1-0 alla prima di Premier in casa dell'Everton. Certo, lo scivolone al debutto ha dato subito la scossa (3-2 in casa contro il Fulham con il ritorno al gol della stella Van Persie e un primo tempo assolutamente dominato) ma il prossimo 2 settembre ci sarà il test delicato contro il Southampton capace di tener testa già al City. E dopo quella gara si potrà già fare un primo confronto a distanza tra i due club di Manchester (inattesa del derby dell'8 dicembre) per capire oggi chi sta meglio. O peggio.

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