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Lazio verticale, Luis Alberto uomo in più: così Inzaghi dà scacco a Sarri e alla Juve

La Lazio vince 3-1 contro la Juve, che paga nel finale l’espulsione di Cuadrado. Grande prestazione di Luis Alberto, che serve due assist. La squadra di Inzaghi gioca un calcio diretto, verticale. Affonda nel secondo tempo quando la Juve perde le distanze fra gli uomini e fra i reparti. Brillante Correa, Cristiano Ronaldo e Bernardeschi si spengono alla distanza.
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Sempre più in alto. La Lazio chiude con il doppio dei tiri totali della Juve e vince 3-1. La squadra di Inzaghi dà spettacolo con le forme della verticalità, con l'intelligenza e la velocità. La Juve di Sarri per un tempo occupa la metà campo avversaria ma la quantità non è qualità, a parte il gol di Cristiano Ronaldo. L'infortunio di Bentancur toglie alla Juve una delle principali chiavi del gioco: entra Emre Can ma la Lazio da quella parte prende campo e fiducia. Il gol di Luiz Felipe al tramonto del primo tempo avvia un diverso finale. L'espulsione di Cuadrado rende lunghissimi gli ultimi venti minuti della Juve che si allunga, perde le distanze, si butta avanti e si fa infilare: Luis Alberto serve a Milinkovic-Savic il secondo assist della serata, Immobile sbaglia un rigore, Caicedo a pochi secondi dal fischio finale affonda e segna il 3-1. Ma la Juve non c'era già più.

Le formazioni: Bentancur e Bernardeschi titolari

Trentadue dei trentatré gol della Lazio sono nati in area di rigore. Diciassette li ha segnati Immobile, che guida il 3-5-1-1 di Inzaghi. Sarri, senza Khedira, non altera il 4-3-1-2 e come si poteva intuire schiera Bentancur mezzala destra, nel ruolo che ha detto di sentire più naturale. Vista l'assenza di Ramsey, Bernardeschi gioca trequartista e va a portare il pressing alto in supporto a Dybala e Cristiano Ronaldo.

La Juve è più verticale, la Lazio sviluppa gioco in ampiezza, cercando di liberare lo spazio a sinistra nella zona di Lulic e Luis Alberto. Inzaghi tiene di base i due attaccanti alti sui centrali della Juve per schermare le linee di passaggio, poi eventualmente Correa si sgancia per pressare Pjanic.

La Juve chiude il primo tempo con oltre 100 passaggi in più e una più continua presenza in attacco
La Juve chiude il primo tempo con oltre 100 passaggi in più e una più continua presenza in attacco

Pressing compatto della Juve, Acerbi primo regista della Lazio

La Juve pressa con le linee compatte, si muove con armonica fluidità e la Lazio per ripartire tenta in più di un occasione il lancio a superare il centrocampo. I bianconeri occupano il campo con gli uomini e con il gioco corto e veloce. Trova spazio nella zona di destra dell'attacco, quella di Dybala, che completa la prima azione elaborata della partita con un tiro a giro ben respinto da Strakosha. Sta meglio anche Cristiano Ronaldo, che ondeggia lungo il fronte d'attacco e se serve va anche nella zona di Dybala quando la Joya arretra verso Bentancur per offrire una più immediata linea di passaggio nello sviluppo verticale del gioco.

I movimenti nel primo tempo di Dybala e Cristiano Ronaldo: i due si dividono le zone di campo da occupare
I movimenti nel primo tempo di Dybala e Cristiano Ronaldo: i due si dividono le zone di campo da occupare

In fase di impostazione, Acerbi si sgancia dalla linea difensiva, si avvicina al portiere per incaricarsi di avviare l'azione. Inzaghi comunque chiede al portiere di alternare l'appoggio corto al rilancio verso Leiva. La Lazio completa quasi la metà dei passaggi nei primi venti minuti. Anche a fronte di un divario evidentissimo negli appoggi nella trequarti offensiva (5 contro 19), nel primo quarto di partita le due squadre creano due occasioni a testa.

La Juve insiste molto nell'impostazione da dietro, De Ligt e Bonucci scambiano con continuità poi cercano prevalentemente l'apertura verso Cuadrado, che dà subito un contributo in termini di dribbling (2 su 2 nei primi 22 minuti) e Alex Sandro. Pazienta la squadra di Sarri, che porta tanti uomini alle spalle di Leiva e sfrutta gli interscambi per far inserire le mezzali.

La diversa interpretazione del ruolo dei playmaker: Leiva si mantiene più basso, Pjanic asseconda le linee alte della Juve
La diversa interpretazione del ruolo dei playmaker: Leiva si mantiene più basso, Pjanic asseconda le linee alte della Juve

CR7 la sblocca, si fa male Bentancur: sarà la svolta

Il gol del vantaggio è un manifesto. Dybala viene incontro e verticalizza per Cristiano Ronaldo, il portoghese di prima apre verso Bentancur che intanto si è inserito senza palla proprio nella zona prima occupata dalla Joya: cross basso e CR7 ritrova con un tocco il gol su azione. Questo modo di creare superiorità numerica, di valorizzare gli inserimenti senza palla dei centrocampisti per triangolare con i terzini, fa la differenza. In più, in questo modo la Juve forza i due esterni della Lazio, Lazzari e Lulic, a ripiegare, allenta le catene con le mezzali più vicine, depotenzia una delle armi offensive biancocelesti.

La Lazio comunque sta bene e si vede nel finale di primo tempo. La squadra accelera, crea un paio di occasioni, lamenta un rigore per fallo di Bernardeschi su Correa. Sarri deve cambiare ancora: fuori Bentancur, che ha giocato un'ottima partita prima di farsi male, dentro Emre Can, che sbaglia il primo intervento difensivo. Il pressing della Lazio porta al pareggio nella prima vera occasione in cui la difesa bianconera si mostra passiva. Gran cross di Luis Alberto, dopo un corner corto, dal vertice dell'area traccia un pallone tagliato verso il secondo palo e Luiz Felipe si inserisce meglio di tutti.

La Juve affonda, la Lazio vola

Luis Alberto e Correa confermano di avere un ottimo feeling. E gli spazi a disposizione, che aumentano con le squadre più lunghe, facilitano gli scambi. La Juve, tendenza non nuova anche nella gestione di Sarri, manifesta una certa tendenza a sedersi un po', ad abbassarsi. Nel secondo tempo aggredisce il campo a fiammate, ma non c'è la presenza continua, strategica, con tanti uomini nella zona del pallone.

Rimane costante, invece, la pressione alta di Dybala, Bernardeschi e Cristiano Ronaldo che tentano così di ostacolare l'uscita bassa del pallone da parte della difesa della Lazio. Ma la perdita di compattezza fra le linee ha l'inevitabile effetto di rallentare la circolazione di palla, di aumentare la lunghezza dei passaggi: senza un'adeguata velocità nelle aperture e nei movimenti senza palla, la Juve consente così alla Lazio di stringersi e occupare bene gli spazi in fase difensiva.

La mappa degli interventi difensivi al 66'
La mappa degli interventi difensivi al 66′

Salvo rischiare di rovinare tutto con un passaggio involontario di Strakosha a Dybala (non si capisce con Acerbi): bravo il portiere a restare in piedi e respingere il tiro dell'argentino. A 20′ dalla fine cambia la partita: rosso a Cuadrado per fallo su Lazzari che frena una potenziale azione da gol (a centrocampo ma a campo aperto), l'arbitro prima lo ammonisce poi rivede l'azione al VAR e cambia decisione.

Sarri toglie Bernardeschi per Danilo, che va ad occupare il posto di terzino destro. Inzaghi chiede più intensità e più ampiezza, la squadra risponde subito. Altro assist da applausi di Luis Alberto, stop e conclusione di Milinkovic-Savic che fa brillare il gioiello della corona appena confezionato dallo spagnolo: 2-1 a un quarto d'ora dalla fine.

Il profilo dei tiri certificano la superiorità della Lazio
Il profilo dei tiri certificano la superiorità della Lazio

Il finale di partita è un monologo della Lazio che trova enormi spazi in contropiede che in qualche modo riecheggiano nel capolavoro di Lucio Battisti scelto come accompagnamento dopo la partita: "fiumi azzurri e colline e praterie" canta nei Giardini di Marzo. La primavera è lontana, ma l'immenso amore dei tifosi c'è, le praterie pure. Immobile sbaglia un rigore, ma non cambia la storia della partita. La Juve si sbilancia, la Lazio aspetta e affonda. La rivincita di Inzaghi. Ma non ditegli che gioca un calcio semplice, perché un calcio facile è la cosa più difficile del mondo.

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