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Lazio-Panathinaikos e poi il derby di Roma: Petkovic verso due sfide infuocate

Reduci da due sconfitte esterne, e dal pareggio casalingo contro il Torino, i biancocelesti sono al primo crocevia stagionale: una vittoria, questa sera contro i greci, regalerebbe punti e morale in vista del derby di domenica prossima.
A cura di Alberto Pucci
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Vladimir Petkovic

Aquila smarrita – E' stata una delle squadre più sorprendenti delle prime giornate di campionato. E' stata, perchè da qualche settimana a questa parte la Lazio di Petkovic sembra essersi sgonfiata, dopo un'inizio più che promettente. Le due sconfitte consecutive lontano da Roma, inframezzate dallo scialbo pareggio casalingo contro il Torino, hanno tarpato le ali al volo dell'aquila biancoceleste e fatto suonare più di un campanello d'allarme nella testa dell'allenatore bosniaco. A pochi giorni dalla madre (romana) di tutte le battaglie calcistiche, ovvero il derby, c'è da ricompattare un gruppo e da ritrovare quella "fame" che, ad inizio stagione, aveva contraddistinto la squadra di Lotito. Proprio il presidente, ai microfoni di Rai Sport, ha voluto spronare la squadra e arringare la folla delusa, con una dichiarazione fin troppo ottimista: "La Lazio ha un organico tale da poter arrivare in fondo senza problemi sia in campo europeo che in campionato" avrebbe dichiarato il presidente, davanti all'ipotesi di una rotazione di giocatori nel match europeo di questa sera. Un'idea, quella del turnover, per niente rigettata da mister Petko che, complici gli infortuni di alcuni big ed il derby da giocare, potrebbe mandare in campo solo tre o quattro titolari, insieme ad una folta schiera di seconde linee, per cercare quella vittoria che, ad Atene, è sfuggita nei secondi finali della gara. Il Panathinaikos, dopo il pareggio della gara in Grecia e dopo il derby vinto con l'AEK, dovrà osare se non vorrà dire addio, anticipatamente, alla competizione continentale: un'obiettivo per niente facile, anche se i precedenti romani (il "Pana" ha già regalato dispiaceri ai tifosi giallorossi) fanno ben sperare.

Aspettando i brasiliani – Senza Ederson e, soprattutto, Hernanes è un'altra storia. Lo ha capito l'allenatore e lo hanno intuito anche i tifosi più fedeli e ottimisti. Il "Profeta", probabilmente, scenderà in campo contro Totti e compagni, mentre Ederson, appena riaggregato al gruppo, difficilmente verrà utilizzato domenica pomeriggio. Un bel problema per Petkovic che contava di avere, almeno in panchina, la classe dei due "verdeoro": due jolly da utilizzare in caso di resistenza ad oltranza della difesa greca. Coerentemente fedele al suo pensiero ("L'Europa League è importante, ma il derby lo è ancora di più"), il tecnico biancoceleste ha così in mente di regalare minuti al redivivo Zarate che, con la squadra greca, dovrà giocarsi bene le sue chance altrimenti una partenza a gennaio diventerebbe inevitabile, e a Sergio Floccari che, nelle ultime ore, sarebbe stato indicato come nuovo acquisto (e vice Cavani) del calciomercato invernale di De Laurentiis. L'avversario non è dei più ostici e i novanta minuti di questa sera, rischiano di passare alla storia laziale come una pura e semplice formalità. Lo dicono i valori in campo e lo dice lo "score" biancoceleste in Europa League: tre vittorie e due pareggi, incassando solo due gol e cinque vittorie nelle ultime sette gare europee giocate in casa.

Che il derby abbia inizio – Potendolo fare, il club di Lotito cancellerebbe, o sposterebbe a data da destinarsi, questo impiccio greco. Troppo sentito il derby per essere "disturbato", solo tre giorni prima, da una partita di Europa League (per giunta non decisiva ai fini della classifica).

“ Quella dell’Olimpico è decisamente una sfida molto più sentita rispetto a Milan-Inter o a Real-Atletico. ”
Arrigo Sacchi
Una stracittadina che è già cominciata fuori dal campo: per le strade di Roma, tra i tifosi, e sui principali mezzi di comunicazione, diventati gli "amplificatori" perfetti delle esternazioni dei vari protagonisti. E se Zeman ha cercato di spegnere qualsiasi polemica e di far rientrare nei parametri sportivi il derby ("E' una partita normale, non una guerra"), non si può dire altrettanto di Lotito che dopo aver definito sarcasticamente "diverso" il tecnico boemo, ha lanciato un siluro alla dirigenza giallorossa dichiarando: "Io ci metto la faccia, nella Roma invece non si capisce chi sia l'interlocutore. Chi sono questi americani?". Il "carico da undici" messo sul piatto dal numero uno biancoceleste, altro non è che il tentativo di spostare il peso della partita sulle spalle dell'avversario, per poi colpirlo. Mossa che, in realtà, nasconde anche il timore di Mauri e compagni di fronte al ritorno romanista. Fino a qualche settimana fa, era infatti la Lazio a partire con i favori del pronostico; oggi, invece, questa "sicumera" è stata spazzata via dai disastri di Firenze e Catania e dal pareggio contro il Torino. Paradossalmente, il gioco brillante e aggressivo che caratterizzava l'undici laziale è tornato "di casa" in quel di Trigoria, dove sono bastati quattro gol ad un Palermo inguardabile per far tornare il sole sopra il cielo giallorosso. Che il derby abbia inizio, quindi. E che le parole di Zdenek Zeman, possano venir recepite da tutte quelle persone (tifosi, giornalisti, dirigenti e giocatori) che, negli anni, hanno contribuito (spesso) a far diventare il derby della città più bella del mondo, lo spettacolo più brutto che la nostra Serie A possa presentare.
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