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Lazio, Lotito: “Quello che dice Platini non è il vangelo!”

Il numero uno biancoceleste, intervistato da Radio 24, ha protestato contro la norma sulla discriminazione territoriale e sparato a zero sul presidente dell’Uefa.
A cura di Alberto Pucci
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Non poteva mancare, ovviamente, il parere del presidente della Lazio sulla bufera che ha colpito il Milan e, di riflesso, tutto il calcio italiano. Già sanzionato dall'Uefa, in seguito a cori poco "simpatici" della sua tifoseria, Claudio Lotito ha voluto prendere al balzo la palla per tornare a ribadire, con forza, il suo pensiero: "Se un settore di migliaia di persone assume un comportamento di un certo tipo è giusto che vada censurato – ha dichiarato a Radio 24 – Ma 20 o 30 persone non rappresentano la tifoseria: bisogna distinguere i tifosi-delinquenti dai delinquenti-tifosi". Un argomento, quello relativo alla lotta contro il razzismo negli stadi, che da sempre appassiona il massimo dirigente laziale: "Queste gente, che passa dallo stadio alla strada, è la stessa che si trova nei cortei anti-Tav o contro la scuola e non hanno nulla a che vedere col tifo. La norma sulla discriminazione territoriale così com'è stata impostata fa solo danni, è un boomerang". Alzare la voce con le istituzioni del calcio europeo e rivendicare più voce in capitolo. "La Figc – prosegue il presidente biancoceleste – è una delle federazioni più importanti della Uefa dove il nostro rappresentante, Giancarlo Abete, è il vice-presidente. Bisogna che il presidente Platini capisca queste situazioni. Non è che Platini è diventato il vangelo, bisogna adattare le norme agli usi e costumi dell'ambiente".

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