Lazio, Lotito: “Hernanes ha deciso di andar via. Ho ricevuto 80 minacce di morte” (VIDEO)

Non è mai banale nelle sue dichiarazioni Claudio Lotito. Il patron della Lazio in occasione dell’Assemblea di Lega in Serie A è intervenuto a ruota libera sui temi più attuali in casa capitolina. Dalla cessione di Hernanes alle polemiche post mercato, fino all’esplosione del baby gioiello Keita decisivo nella vittoria della Lazio in casa del Chievo. Il pirotecnico presidente non è sorpreso dall’ex Barcellona che a suo giudizio conferma l’ottimo operato della società dettato anche da esigenze economiche: “Non avevamo dubbi su Keita. Vogliamo ringiovanire la rosa senza depotenziarla. Non è vero che se più spendi più vinci. La Lazio è società sana. Ho investito 150 miliardi delle vecchie lire prendendomi dei debiti. C'è chi vuole vivere in questo sistema a spese degli altri. Bisogna ridurre le squadre professionistiche: cambiamo le norme per tutelare le società, altrimenti andiamo avanti così".
La verità su Hernanes. Su Hernanes la Lazio ha potuto ben poco visto che il giocatore come spiegato dal patron avevo già un accordo con l’Inter: “Hernanes ha deciso lui di andare via, aveva già l'accordo con l'Inter. Sarebbe rimasto da scontento. Se vuoi andare via, devi dirlo. Gli agenti quando portano un giocatore a scadenza, guadagnano milioni di euro, sono stati abituati male dal sistema. Abbiamo già creato un processo di crescita funzionale al futuro del club, guardate la nostra Primavera. Hernanes è un grande campione e uomo”
Lotito contro il Sistema. Lotito non ha usato mezzi termini per spiegare i motivi dei vari rifiuti di calciatori di approdare alla Lazio. Una situazione figlia di un vero e proprio sistema per il presidente: “La Lazio non è seconda a nessuno, solo nei ricavi alla Juve. Combattiamo con gente che ha il triplo dei ricavi nostri. La Juve ha capacità tecnica di raggiungere certi risultati. I rifiuti? Quagliarella ha detto no, voleva restare a Torino, Biabiany mi è stato proposto da Ghirardi, avevamo l'accordo e il giocatore ha rifiutato una super offerta. Klose venne da noi e non al Milan a metà stipendio. Talvolta i calciatori, per la loro mediaticità, quando smettono non continuano il percorso di un certo tipo. Diventano allenatori o ds, ma se hai una società debole diventa succube del giocatore che smette. Sono estorsioni vere. Nessuno ha il coraggio di dire la verità".
Le minacce di morte. In conclusione una rivelazione sorprendente, relativa alle minacce di morte ricevute da alcuni pesudotifosi: “Ho sempre detto che una società deve avere un padrone e la Lazio è stata senza un padrone per anni. I tifosi si sono sentiti parte integrante della società, hanno travisato il loro ruolo. Ieri ho ricevuto tra le 50 e le 80 minacce di morte al telefono. ‘Ci stai rovinando' mi ha detto uno dei tifosi. E quando gli ho chiesto chi fosse, lui mi fa: ‘Sono un ragazzo normale".