Lazio, la Fifa dà ragione a Lotito: Zarate condannato a pagare il club biancoceleste
In attesa dell'esordio stagionale nella Supercoppa italiana di Pechino, la società capitolina festeggia una vittoria arrivata fuori dal campo. Il motivo di tanta soddisfazione in casa Lazio, è per il verdetto arrivato dalla Fifa nelle ultime ore relativo al "caso" Mauro Zarate. L'ex attaccante biancoceleste, più di 100 partite e 25 gol con le "aquile" e oggi in Premier League con il West Ham, era tornato in Argentina per giocare con il Velez Sarsfield nel 2013, dopo una lunga diatriba con Claudio Lotito. Messo fuori rosa dalla Lazio e dopo aver tirato in mezzo i legali per una presunta causa di "mobbing", il giocatore aveva rifiutato la convocazione per la sfida di campionato contro L'Inter e firmato un contratto con il club argentino nonostante fosse ancora valido quello con la Lazio e nonostante la sentenza del Collegio Arbitrale che sancì che non ci fu mobbing da parte del club biancoceleste. Una manovra che diede il via a nuove discussioni in aule di tribunale e alla sentenza definitiva della Fifa, arrivata nella Capitale pochi giorni fa.
I capricci di Zarate – Dopo due anni da quella famosa rescissione, la Camera di Risoluzione delle controversie della Fifa ha emesso il suo verdetto: Mauro Zarate dovrà risarcire il club laziale per la sua "fuga" in Argentina, con il versamento di una penale di quasi sei milioni di euro. Il massimo organismo mondiale ha così dato ragione a Claudio Lotito e respinto la tesi dell'attaccante di Buenos Aires. Un caso reso ancora più ingarbugliato dallo stesso giocatore che, secondo fonti sudamericane, s'impegnò al momento della firma con il Vèlez a pagare eventuali sanzioni dovute al suo trasloco in Argentina. Qualora non dovesse rispettare l'accordo, la società sudamericana sarebbe anch'essa legittimata ad agire legalmente contro Zarate. Una vittoria per la società di Claudio Lotito che, attraverso le parole del suo legale, ha fatto conoscere tutta la sua gioia per il caso risolto: "La decisione del tribunale legittima il comportamento della società contro i capricci dell'argentino", ha infatti dichiarato il legale biancoceleste, Michele Gentile.