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Lavezzi: “Mai tradito Napoli, spero vinca lo scudetto”

Il Pocho si confessa: “Avevo bisogno di cambiare aria. Mai sarei andato all’Inter, in Italia c’era una sola maglia”.
A cura di Maurizio De Santis
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Gli hanno voluto bene perché argentino e a Napoli, quando vieni dalla pampa sterminata e diventi beniamino della folla, hai caffé e sfogliatella pagate a vita. E lui, Ezequiel Lavezzi, al popolo azzurro, ha dato tutto. L'ha conquistato e con esso la libertà di scorrazzare a bordo d'un motorino, impennare nel ventre caldo della città, perdersi nel dedalo dei vicoli tra cosce e culi di bottiglia, sfiorare la lite (con relativa denuncia) per una presunta questione di precedenza, beccare cartellini e squalifiche come ceffoni per l’impudenza di uno scugnizzo. E poi ritirarsi lassù, a Posillipo. Vista mare, orizzonte sconfinato, lontano dall'amore della sua gente che l'ha accolto, osannato e stritolato d'affetto. Dalla luna che spunta a Marechiaro ai Campi Elisi, con un contratto da mille e una notte che il Ciuccio non gli avrebbe potuto concedere e la voglia matta di ricominciare altrove. Oui, je suis le Pocho e, anche se al Paris Saint Germain canta allons enfants, tiene il cuore italiano. Anzi, napoletano. Perché ‘o zappatore non se la scorda ‘a mamma. Ai microfoni di Rai Radio2 si confessa, parla di Napoli e della sua Napoli.

Io non credo che si possa parlare di tradimento. Non ho mai detto di stare male al Napoli, ma dopo tanti anni avevo bisogno di cambiare e per fortuna c'è chi l'ha capito.

La maglia azzurra ha un valore speciale, quasi una seconda pelle perché del San Paolo era ormai un idolo e Diego gli aveva perfino concesso benedizione e divisa numero 10. "Te la meriti, tocca a te prenderla", molto più d'un investimento ufficiale. E Lavezzi se l’è vergata addosso, sia pure virtualmente, assieme ai segni del tempo e della battaglia. Li ha sparsi sul corpo un po’ dappertutto, testa esclusa. Il must è una rivoltella disegnata sul fianco destro, quasi fosse riposta nel cinturone. Proiettili come pallonate… quando inquadra lo specchio della porta. E dopo cinque stagioni sotto il Vesuvio, mai avrebbe potuto indossare un'altra casacca in Italia. Nemmeno quella nerazzurra che Moratti gli avrebbe offerto a un buon prezzo.

Non sono passato all'Inter perché al Napoli mi hanno voluto talmente bene che dovendo scegliere di andare via, sarei potuto andare solo all'estero. Così quando De Laurentiis mi ha chiesto dove volessi andare io ho risposto al Paris Saint Germain.

Il corazon che batte in Curva è sempre lo stesso: la maglia resta, chi la indossa passa e va. Adesso l'idolo della piazza è il Matador che segna e fa sognare. L'uruguagio ha la testa a posto: sa bene che la potenza è nulla senza controllo. Anche se sei un fenomeno e ti chiamano SuperMario.

Se Cavani gioca bene posso solo essere contento perché vuol dire che è una cosa buona per il Napoli. Balotelli al Napoli? Io penso che avere un giocatore come Balotelli sia sempre e comunque importante. Io stesso lo vorrei nella mia squadra.

Domanda secca: chi vince lo scudetto? Lavezzi risponde scegliendo la giocata veloce al colpo d'effetto.

Chi vince lo scudetto? Non lo so, è una bella lotta tra quelle tre o quattro squadre che stanno li' in cima alla classifica. Io comunque mi auguro che lo vinca il Napoli.

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