Lapadula bomber, 5 capocannonieri di B goleador in A
Tre gol che hanno portato 6 punti al Milan (vittoria in extremis contro il Palermo e doppietta con l'Empoli). 3 reti in appena 254 minuti di gioco (una ogni 84.6′) che hanno messo Lapadula al centro dell'attacco rossonero soppiantando, forse definitivamente, il bizzoso Bacca. Un capocannoniere puro sangue che negli ultimi due mesi ha vissuto un periodo non facile fra panchine e giudizi affrettati, sempre lungo il labile confine fra Bomber e bidone. Sabato contro i toscani però, la prima decisa svolta con una netta affermazione del marcatore principe della scorsa Serie B.
Una prestazione da top scorer che, al di là delle categorie, ha chiarito come l'ex Pescara intenda continuare a timbrare il cartellino e ripercorrere le orme di grandi realizzatori del passato che dalla B sono diventati efficaci cecchini anche in massima serie. Vediamo quindi i ragazzi di "provincia" che dalla Cadetteria si sono "laureati" capocannonieri in Serie A.
Oliver Bierhoff, lo straniero di successo
Il Panzer di Karlsruhe eccezionale golaedor degli anni '90 e degli inizi del 2000, è stato l'unico calciatore straniero in Italia a diventare capocannoniere sia della Serie A che della Serie B. Con Ascoli prima (20 reti nella stagione 1992/93) in Cadetteria e con l'Udinese dei miracoli poi (27 gol nel 1997/98), infatti, l'attuale manager della nazionale tedesca di calcio è stato, con le sue 211 segnature totali, un leader offensivo per ogni squadra nella quale ha giocato rappresentando poi un vero e proprio idolo da emulare per ripercorrere una carriera al top.
Igor Protti, il bomber dei ‘3 mondi'
Lo “Zar” di Rimini oltre a poter essere un riferimento per l’attuale numero 9 rossonero, è stato il solo calciatore in Italia, assieme a Hubner, ad essersi "laureato" bomber principe di categorie come Serie C1, Serie B e Serie A (fra l’altro, unico capocannoniere in una squadra poi retrocessa in B, con 24 gol nel Bari nella stagione 1995/96). Un mito, un idolo per tanti tifosi per merito della sua classe, della sua grinta e di quel suo senso di appartenenza dimostrato in più occasioni, negli ultimi anni della sua buonissima carriera, con la maglia amaranto dell'amato Livorno.
Dario Hubner, il triestino col vizio del gol
Il "bisonte" (così venne soprannominato nei suoi anni d'oro) triestino di origini tedesche condivide con Protti il primato di marcatore principe di Serie C1, B e A, con Fano, Cesena e Piacenza. Un record assoluto che però non gli ha mai permesso, nella sua lunga parabola calcistica, di vestire l'azzurro della Nazionale. Un peccato gravissimo per un talento che, con i suoi oltre 300 gol in carriera, ha dimostrato, malgrado il suo ritardo nell'approdare nel calcio che conta (esordio col Brescia a 30 anni), di poter segnare tanto e risultare decisivo anche nella tatticissima Serie A.
Luca Toni, numero uno
Un altro realizzatore assoluto che prima di esplodere definitivamente ha dovuto correre e sudare sui polverosi campi di provincia (Modena, Treviso, Lodigiani, Fiorenzuola, Empoli, Vicenza) è Luca Toni. Un lungo peregrinare che l’ha reso più forte, completo e sicuro. Caratteristiche, queste che gli hanno permesso poi di diventare miglior realizzatore della Serie B (2003/04, 30 reti col Palermo), della Coppa Uefa (2007/08, 10 gol col Bayern), e due volte della Serie A (con Fiorentina e Verona).
Lapadula e le orme di Ciro Immobile
Immobile invece, è uno dei ragazzi, fra quelli sopra citati, che forse ha più affinità storiche con l'attaccante del Milan. Entrambi, infatti, provengono dal Pescara, entrambi son diventati realizzatori assoluti in Abruzzo ed entrambi, al termine di una vincente cavalcata, hanno guidato la compagine del Delfino alla promozione. Affinità positive e che potrebbero essere, data la maturità e la costanza di rendimento raggiunte dal laziale, di buon auspicio per Lapadula. Un ragazzo che, senza troppe pressioni o aspettative, potrebbe ripercorrere, per mezzi tecnici e garra, la strada già intrapresa non solo da Immobile ma da tutti questi principi della rete.