Come ha vinto l’Ajax contro il Tottenham (che non aveva Son e Kane)
Terzo successo in Inghilterra per l'Ajax, alla nona semifinale tra Coppa dei Campioni e Champions League. Il jolly Van de Beek risolve una partita che gli olandesi giocano meglio, che interpretano con fluidità e scioltezza nel primo tempo. Il Tottenham, costretto a reagire e a variare diverse configurazioni tattiche, non incide se non all'inizio della ripresa. Alli e Eriksen incidono poco, Llorente lavora tanto per la squadra ma svuota l'area. Così anche le incertezze degli olandesi nel difendere sui calci piazzati non rappresenta un vulnus decisivo.
Il Tottenham parte a tre dietro
Pochettino tiene Eriksen e Alli molto alti a mettere pressione e accompagnare gli esterni di centrocampo. Il tecnico dà fiducia a Llorente, che sfida De Ligt, e sceglie la difesa a tre. L'Alax si mantiene sulle certezze che garantisce il tridente leggero Tadic-Ziyech-Neres; a destra c'è Veltman e non Mazraoui.
Il pressing alto degli Spurs è chiaramente finalizzato a contrastare la circolazione bassa dell'Ajax che da subito manifesta l'intenzione di ribaltare l'azione e scavalcare la prima linea di pressing. Van de Beek diventa un fattore decisivo nel cercare il mismatch con Sanchez e costruire opportunità di superiorità numerica nel corridoio interno di centro-destra.
Il Tottenham, che cerca di liberare le mezzali e sviluppare triangoli sui corridoi, conta sugli smarcamenti di Llorente che va a cercare la sfida uno contro uno con Blind. Il confronto rimane sospeso per i primi dieci minuti, nel contrasto tra il desiderio di prendere l'iniziativa e il timore di non concedere spazi alle spalle che riduce l'audacia delle decisioni e favorisce la prudenza della copertura.
Van de Beek il jolly che stappa la partita
Gli Spurs, che non hanno subito gol nel nuovo stadio per 427 prima del gol vittoria di Michail Antonio nell'ultima di campionato contro il West Ham, ne concedono un secondo dopo un quarto d'ora. Ziyech avvia un'azione al piede da sinistra, il Tottenham esita nella copertura preventiva, porta qualche uomo di troppo in quella zona di campo ma l'Ajax fa scivolare il pallone all'indietro; Ziyech favorisce l'imbucata per Van de Beek che in area sorprende la linea difensiva degli Spurs. Gli ajacidi creano più facilmente spazi sulla corsia di sinistra, per poi andare al cross basso in area o allo scarico verso il limite dell'area aumentando la responsabilità di Wanyama, mediano chiamato ad agire da schermo davanti alla difesa.
Il gol stappa la partita, moltiplica la velocità delle verticalizzazioni degli olandesi che offrono al portatore di palla una o due scelte per liberarsi del pallone in un tocco, massimo due. Con il 66% di possesso palla nei primi 20 minuti, la squadra di ten Haag, che ha vinto 13 delle ultime 15 partite ma non ha giocato nell'ultima settimana perché l'intera giornata di Eredivisie è stata rinviata, l'Ajax fa valere la memoria muscolare, l'intelligenza calcistica, il potere associativo di Van de Beek. I suoi movimenti permettono a Tadic di interpretare il ruolo in maniera decisamente anarchica, Pochettino reagisce passando alla difesa a quattro arretrando Trippier come terzino e chiedendo a Alli di piazzarsi praticamente da trequartista. Intanto solo un eccesso di egocentrismo di Van de Beek, per una volta non tentato dall'extra-pass nell'area piccola verso Neres, salva gli Spurs dal 2-0. Si sgola Pochettino per far capire a Rose di reimpostarsi come centrocampista centrale. Ma senza la presenza di Wanyama, che fatica più di tutti a entrare in partita, il disequilibrio nelle due fasi condiziona in negativo le scelte e le opzioni di manovra del Tottenham.
Gli inglesi faticano a portare abbastanza uomini sopra la palla quando ribalta l'azione dalla difesa. Non basta Eriksen, 25 gol e tre titoli in Eredivisie vinti con l'Ajax, va a cercare l'uno contro uno con Tagliafico. Si fa male Vertonghen (2 tiri bloccati), uno degli ex che si fa male in uno scontro con il portiere Onana. Entra Sissoko che si piazza in mezzo con Eriksen mezzala sinistra nel 4-3-3; Dier arretra in difesa, Moura, che poco aiutato si mette in proprio in un paio di situazioni, e Alli agiscono negli spazi di mezzo alle spalle di Llorente.
I numeri del primo tempo
L'Ajax chiude il primo tempo con quasi 100 passaggi in più (219 a 134). Interessante come entrambe le squadre cerchino di svuotare il centrocampo, di verticalizzare presto anche con appoggi medio-lunghi. La superiorità olandese si traduce nei 51 tocchi a 16 nella trequarti offensiva. Tadic ne completa 11. Gioca da attaccante di movimento, intensifica la densità dell'attacco olandese sul fronte sinistro, non a caso lo cerca 10 volte Tagliafico e 7 volte appoggia per Neres.
Il Tottenham, che non tira mai in porta nel primo tempo (0-2 le conclusioni nello specchio, 4-6 i tiri totali), non compensa nemmeno con una presenza energica nel recupero del pallone. L'Ajax vince più del doppio dei contrasti (12 a 5) a parità di duelli aerei (5-5), gli inglesi però registrano 8 anticipi a 2.
La ripresa: il Tottenham cambia e spinge
Si accendono dopo l'intervallo Eriksen e Alli, che per tutto il primo tempo hanno galleggiato nell'ombra di una speranza non tradotta in obiettivi. Alzano il raggio d'azione, aumentano il coinvolgimento negli ultimi 20 metri, offrono alternative allo sviluppo del gioco che nella prima metà della partita si è ridotto a contare quasi esclusivamente nelle sportellate di Llorente. Si sviluppa così la prima azione palla a terra del Tottenham (colpo di testa alto di Alli) che evidenzia da un lato come il 4-3-3 del Tottenham lasci tanto campo libero tra i centrocampisti e i tre davanti che si muovono molto stretti nelle transizioni positive, dall'altro come l'Ajax sia andato in affanno appena Schone non si è trovato in posizione a far da schermo davanti alla difesa.
Il pressing più alto, lo slancio più energico, occlude le linee di passaggio a De Ligt e Blind, che nel secondo tempo hanno meno agio nel formare il primo triangolo con Schone e avviare la costruzione dal basso. Ten Haag toglie Schone e inserisce Mazraoui, un terzino di spinta, elemento di vocazione chiaramente offensiva che si fa a posizionare a centrocampo: un cambio ambizioso con la squadra in vantaggio in trasferta. Un lusso che l'Ajax si può permettere perché De Jong fa valere un'intelligenza calcistica superiore: si mette tra i due centrali, copre Blind quando si sgancia palla al piede, protegge la difesa e insieme cuce il gioco dopo il recupero del pallone. Se il Barcellona l'ha già acquistato i motivi ci sono tutti.
L'azione più bella la firma ancora l'Ajax, sempre in ripartenza, poi due tocchi per passare da destra a sinistra e liberare in area Neres: il diagonale di prima solleva i tifosi che poco prima intonavano "When the saints go marching in". Pochettino cambia la configurazione delle fasce: in campo Davies per Rose e Foyth per Trippier.
La partita non cambia
Ma l'Ajax amministra un vantaggio mai davvero in discussioni, nonostante a fine partita gli Spurs registrino tre occasioni create in più (10 a 7) e solo due passaggi in meno (344 a 346) anche se negli ultimi 30 metri la superiorità olandese è un po' più netta (87 a 77). Tadic, Neres e Ziyech sono i più attivi in campo nella trequarti offensiva (43 passaggi in tre), il Tottenham completa la partita con le due più frequenti combinazioni di passaggi, da Alderweireld Sanchez e viceversa: i 30 scambi complessivi danno la misura delle zone di campo in cui gli Spurs fanno girare palla. Il confronto con le verticalizzazioni di Tagliafico, 11 per Tadic e 10 per Neres, raccontano una differenza di interpretazione della partita che si traduce in evidente divario di stile e di efficacia.