Lacrime olandesi e sudore tedesco: il girone B è veramente il più duro dell’Europeo

Girone infernale – Che fosse un girone particolarmente equilibrato e difficile lo si sapeva. Da ieri pomeriggio, ne abbiamo la certezza: la vittoria della Danimarca, sui favoritissimi olandesi, ha infatti evidenziato le difficoltà di questo raggruppamento, composto da quattro squadre tutte potenzialmente in corsa per il passaggio del turno. Alla luce di ciò che è successo all'Olanda, la Germania rimane (ancor di più) la favorita numero uno, anche se ha dovuto faticare più del previsto per avere ragione del Portogallo. Siamo solo all'inizio ma, nel "girone della morte" (come lo hanno definito in tanti), ne vedremo sicuramente delle belle, a partire dalle prossime partite che saranno già decisive per Olanda e Portogallo.
La supponenza arancione – Prendi gli undici scesi in campo, nel match contro i danesi, e ti chiedi come sia potuto accadere. La risposta, in realtà, è molto più semplice di quanto si possa pensare: nel calcio, se giochi con sufficienza, vieni castigato. Non importa se ti chiami Robben o Wesley, e sei tra i giocatori più ricercati in Europa. Il Dio del pallone, non fa sconti: punisce sempre chi "se la tira" e premia l'umiltà di chi scende in campo per giocarsela con coraggio. Questo, in sintesi, potrebbe ben spiegare ciò che è successo a Van Persie e compagni, sculacciati da "tal" Krohn-Delhi, ala ventinovenne del Brøndby. Poco gioco e molta supponenza: Orange irriconoscibili e "presi in mezzo" dalla tattica organizzata (e difensiva) della Danimarca, che ora potrebbe recitare il ruolo di "mina vagante" in questo torneo. Insufficiente Sneijder, male Robben e Van Persie, non pervenuto il gioiellino Eriksen: l'Olanda contava molto sui suoi campioni (nella lista inseriamo anche Huntelaar e Van der Vaart, entrati nella ripresa). Una fiducia, però, mal riposta. Un inizio da "mal di testa" che, adesso, rischia di complicare maledettamente il cammino della squadra di Van Marwijk, attesa mercoledi prossimo dallo scontro "verità" con la Germania.

Orgoglio danese – Morten Olsen, tecnico dei danesi, aveva gentilmente avvisato: "Attenzione alla mia Danimarca". Un monito d'orgoglio che, puntualmente, ha trovato riscontro sul campo. Una vittoria pazzesca che ha risvegliato il "folcloristico" tifo danese. "E' stato un successo meritato, sono orgoglioso dei ragazzi perché hanno disputato una gara fantastica", ha dichiarato un Morten Olsen al "settimo cielo", subito dopo la partita. Una vittoria che riporta alla mente l'edizione continentale del 1992 quando la Danimarca, partita come squadra materasso, riusci ad alzare la coppa dopo un cammino sorprendente: riuscì a sopravvivere, anche quell'anno, in un girone "tosto" (Francia, Inghilterra e Svezia), a battere in semifinale l'Olanda di Gullit e Van Basten e a vincere in finale contro la Germania di Sammer, Effemberg, Klinsmann e Bhreme. Un "deja-vu" che, unito a quello del 2004 (Grecia finalista e vincente), fa ben sperare tutte quelle squadre che si sentono (a ragion veduta) un gradino sotto la concorrenza.

Meno male che c'è Mario – Se l'Olanda piange, la Germania di certo non ride. Vero è che il successo vale moltissimo, ma è altrettanto vero che aspettavamo tutti qualcosa di più dalla squadra di Loew. I ringraziamenti, nei titoli di coda finali di Germania-Portogallo, sono tutti per Mario Gomez, autore del gol, e per il portiere del Bayern Neuer che, con le sue parate, ha dimostrato ancora una volta di essere tra i più forti al mondo. Una vittoria sofferta, dunque, quella di ieri sera, così come ha ammesso lo stesso ct tedesco ("La cosa più importante è aver vinto"), atteso da un compito difficile: spezzare l'incantesimo che ha colpito, ormai anni fa, la nazionale tedesca. E', infatti, dal 1996 che la Germania non "porta a casa" nulla, se non delusioni cocenti. Vallo a spiegare a chi diceva che: "alla fine vincono sempre i tedeschi!". Dal golden goal di Bierhoff, nella finale europea contro la Repubblica Ceca, sono passati 16 anni di fallimenti calcistici: "trend" negativo che Loew cercherà di interrompere in questa competizione. A giudicare dalla fortuna avuta nel primo match (due traverse colpite dai lusitani), la Germania è sulla buona strada. Per la conferma, prego ripassare mercoledi prossimo quando i "panzer" tedeschi, dovranno fare i conti con la disperazione olandese. Buttare fuori i concorrenti più temuti e dare un calcio al pessimismo "cronico" che accompagna la squadra: per la Germania, un'occasione da non sprecare.
Talismano Mou – Non è bastata la presenza "ingombrante" di Mourinho sugli spalti, così come non è bastato "copiare ed incollare" il suo gioco per avere la meglio sugli avversari.