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La tragica storia di Paul Vaessen, l’attacante dell’Arsenal che batté la Juve

Paul Vaessen nel 1980 decise una semifinale di Coppa delle Coppe con la Juventus, tre anni dopo un infortunio al ginocchio pose fine alla sua carriera. Nel 2001 Vaessen morì per un’overdose. La madre ha raccontato la sua storia in un libro: “Stuck In A Moment: The Ballad of Paul Vaessen”.
A cura di Alessio Morra
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Ai più giovani il nome di Paul Vaessen dice molto poco. Chi invece ha almeno una quarantina d’anni ed è soprattutto un appassionato di calcio ricorda quell’attaccante che decise una semifinale di Coppa delle Coppe il 23 aprile del 1980: quel giorno l’Arsenal vinse al ‘Comunale’ di Torino contro la Juventus e divenne la prima squadra britannica a trionfare in casa dei bianconeri. La carriera di Vaessen purtroppo si è chiusa molto presto perché nel 1983 il giocatore inglese subì un serissimo infortunio al ginocchio, e dopo l’addio al calcio divenne un tossicodipendente. A Vaessen un’overdose fu fatale nell’agosto del 2001. In questi giorni il suo nome e la sua storia sono ritornati prepotentemente in auge perché la madre ha scritto un libro: “Stuck In A Moment: The Ballad of Paul Vaessen.”

Mamma Maureen è sicura che se l’incidente di suo figlio ci fosse stato in questa epoca, e non negli anni Ottanta, Vaessen sarebbe ancora vivo. La madre dell’ex Arsenal se la prende soprattutto con un aggeggio che teneva praticamente ingabbiato il ginocchio del figlio: “Paul ha tenuto quell’aggeggio sulla gamba per quattro mesi, ma era disposto a tutto per guarire, solo che alla fine tutte quelle cose lo hanno trasformato in uno storpio. Immaginate cosa ha provato passando dai suoi ’15 minuti di celebrità’, come usava dire lui per quel gol alla Juventus, al sentirsi dire che a 21 anni non poteva giocare più.”. Dopo l’addio al calcio, racconta la madre, Vaessen finì in bruttissimi ambienti, una volta addirittura rischiò la vita dopo una coltellata seguita ad un affare di droga andato male.

La prefazione del libro l’ha scritta Tony Adams, mitico capitano dell’Arsenal che nella sua autobiografia raccontò i suoi eccessi. Adams, che ha scritto parole davvero toccanti, sostiene che anche lui avrebbe potuto fare la stessa fine di Paul Vaessen: “Da diciassette anni non tocco una goccia di alcool, ma ai tempo dell’infortunio di Vas e della sua caduta nella droga tendevo a negare la mia dipendenza per non doverla affrontare e mi costringevo a non vedere le somiglianze che c’erano tra di noi, pensando che non ‘stavo male come lui’. Quando sono diventato sobrio ho capito cosa stava accadendo a Vas e mi sono identificato con i suoi demoni. Di lui mi resto il ricordo dolce di quel suo gol segnato alla Juventus, unito alla profonda tristezza per un amico che purtroppo non ce l’ha fatta.”

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