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La storia di Rios, nei guai per aiutare il figlio gravemente malato

Il calciatore dell’Universidad Catolica avrebbe partecipato al furto di 20 tonnellate di noci destinate al mercato estero. Suo figlio, Johan, soffre di una malattia degenerativa del cervello e solo un’operazione molto costosa gli darebbe ancora una speranza. Il suo agente: “Sa di aver sbagliato, ne accetta le conseguenze”
A cura di Maurizio De Santis
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Finire nei guai per disperazione e per amore dei propri figli. A raccontare la storia di Michael Rios, calciatore cileno dell'Universidad Catolica, è il quotidiano la Tercera. Il giocatore che non più tardi della settimana scorsa aveva deciso il match con l'Universidad de Chile (sua la rete del pareggio) è stato arrestato con l'accusa di furto a Santiago: avrebbe partecipato al piano ordito per far sparire 20 tonnellate di noci destinate al mercato estero. E' questa la tesi seguita dagli inquirenti che, dopo mesi di intercettazioni telefoniche, hanno ricostruito la trama dei rapporti e la promiscuità dei traffici indiscriminati nei quali sarebbe coinvolto il centrocampista, sospeso e messo fuori squadra in attesa che la vicenda si chiarisca.

Figlioletto malato. Incensurato, Rios non ha mai avuto problemi con la giustizia né su di lui ci sono mai stati sospetti particolari. La situazione familiare molto grave, però, potrebbe essere alla base del gesto che lo ha portato fino al carcere. Secondo le notizie raccolte dai media cileni, il figlio del centrocampista sarebbe affetto da una malattia degenerativa del cervello. Patologia per la quale il piccolo Johan è stato in cura già nel 2006 ma quell'intervento non è bastato. Perché possa sopravvivere è necessaria un'operazione molto costosa e Rios ha cercato di raccogliere fondi in tutti i modi. "E’ un momento molto difficile – avrebbe ammesso il giocatore dopo essere stato preso in consegna dagli agenti -, non posso aggiungere altro per il momento ma so che ho sbagliato". Adesso rischia una condanna che va dai 18 mesi fino ai 5 anni di reclusione

E' stato lui? L'agente del calciatore, José Luis Carreno, sembra quasi confermare la possibilità che il coinvolgimento del suo assistito sia reale: "Ha commesso una sciocchezza di cui si è già pentito e per cui è disposto ad accettare tutte le conseguenze. Ma lui non c'entra con la droga e il narcotraffico". 

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