La storia di Mantovani: cresta azzurra, senza soldi e una notte tra i barboni
‘Chiedimi se sono felice'. Martin Mantovani, 32enne difensore del Leganes, vi dirà di sì. Non lasciatevi impressionare da quella cresta azzurra che esibisce in campo: un po' richiama i colori della squadra che milita nella Liga e un po' fa di lui una sorta di ‘Mirko ai tempi di Kiss me Licia'. Lo ricordate? Il cantante che aveva il ciuffo colorato di rosso ed era il vocalist della band che faceva impazzire una giovanissima Cristina D'Avena. Con altrettanta leggerezza affronta i match che di volta in volta mettono la squadra della comunità autonoma di Madrid di fronte ai big del campionato.

Suarez fa paura e il ‘tridentazo' è cosa da tremolio incontrollato alle ginocchia? Griezmann è attaccante che può toglierti il sonno? CR7 e i ‘galattici' sono lontani a distanza siderale? Lui fa spallucce e tira diritto per la sua strada. Li guarda negli occhi e sorride loro di rimando. "Di ostacoli nella vita ne ho incontrati tanti…" racconta al Mundo Deportivo.
La gente crede che tutti i calciatori sia ricchi e fortunati. Almeno per quanto mi riguarda le cose non sono mai state facili. Ero povero e adesso mi sto prendendo una rivincita.
Che ne sanno loro di cosa vuol dire con i senza tetto? Cosa ne sanno loro, forti di contratti milionari, della gavetta e della speranza di un contratto da professionista che ti porta a svegliarti nel bel mezzo di una rissa furibonda tra clochard? Che ne sanno di un viaggio in Italia per prendere la cittadinanza spagnola e di un conto in banca così all'asciutto da non potersi permettere nemmeno una notte in albergo? Che ne sanno loro, abituati a sfrecciare su auto da sogno, bolidi di lusso, jet privati, del disagio che può vivere un ‘comune mortale' che resta a piedi per bus e taxi scioperano?
Arrivai a mezzanotte e non potevo permettermi una notte in hotel, così ho dormito in stazione vicino ad altri senzatetto. Quando mi svegliai era pieno di barboni che si azzuffavano. Quando penso a queste cose oggi mi scappa un sorriso però quelle situazioni così difficili non le dimentico.
A 30 anni il debutto in Segunda Division, a 32 arriva anche la gioia professionale di esordire nella Liga tagliando un traguardo importante a livello personale e con la piccola società iberica nella quale milita.
Non ho mai mollato, ho sempre creduto in me stesso – ha aggiunto Mantovani -. Posso guardare con orgoglio indietro e apprezzare tutti gli ostacoli che ho superato.