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La storia di Blanchard: dal gol alla Juventus, oggi piega camicie nel negozio di famiglia

Leonardo Blanchard, 30 anni, è rimasto nella storia per aver realizzato, nella stagione 2015/2016, un gol all’Allianz Stadium in quel famoso Juventus-Frosinone terminato 1-1. In occasione della sfida tra le due squadre nel fortino bianconero, del difensore goleador si sono perse le tracce. E’ infatti tornato nella sua Grosseto per lavorare nel negozio d’abbigliamento di famiglia.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Era il 25 settembre del 2015. La Juventus, ancora a caccia del giusto assetto tattico in campo, nella stagione successiva alla finale di Champions, poi persa contro il Barcellona, giocava in casa contro la matricola Frosinone, ancora entusiasta dall’inaspettata promozione in Serie A. Quella sera, il solo gol di Zaza, realizzato a inizio secondo tempo, non aveva mai tranquillizzato Allegri che infatti, al 92’, vide i suoi ragazzi farsi punire da un gol degli ospiti che gelò il popolo bianconero. Dagli sviluppi di un calcio d’angolo, ad andare più in alto di tutti fu Leonardo Blanchard, allora difensore dei ciociari, che sovrastò Pogba (non uno qualunque), realizzando il suo primo gol in Serie A e soprattutto il primo storico punto dei giallazzurri in massima serie.

Vittoria in casa rimandata per la Juventus, ma gioia immensa per questo ragazzo che poi, qualche mese dopo, rivelò di essere un super tifoso bianconero, tanto da andare anche a Berlino, con la faccia dipinta di bianconero, ad assistere alla finale di Champions contro il Barcellona. Paradossalmente però, da lì in poi, di Blanchard si sentirà parlare sempre meno. Oggi infatti, alla vigilia del ritorno in campo del Frosinone all’Allianz Stadium, questa sera, il giocatore è svincolato e per non restare fermo, ha pensato bene di andare a lavorare nel negozio di camicie di famiglia a Grosseto. Una favola sì, ma dal risvolto inaspettato.

L’emozione di un gol che non dimenticherà mai

Impossibile di raccontarlo, da dimenticarlo e forse anche da metterlo a fuoco oggi. Già, perchè di Blanchard, prima di quel gol alla Juve, si conosceva davvero poco. Due anni fa si destreggiava al meglio tra gli stadi di San Siro, l’Olimpico e oggi piega le camicie nel negozio di famiglia. Tempo fa raccontò come da bambino girasse con un secchiello in testa gridando il nome di Schillaci. “Ero juventino – raccontò – prima di essere qualsiasi altra cosa”. Poi l’ingresso in quello stadio in cui segnò una rete storica per la squadra con cui è poi diventato grande. “Una favola vera. Saltai in controtempo, andando all’indietro.

Il mio marchio di fabbrica da sempre. In C lo sapevano, Pogba mi sa di no…”. E pensare che solo 100 giorni prima, Blanchard aveva fatto dieci ore in macchina con i suoi amici per andare a Berlino a tifare Juve nella finale di Champions contro il Barcellona. “Quando entrai allo Stadium, mi sentii per la prima volta un giocatore vero. Chiesi la maglia a Pogba. Temevo non volesse più darmela e invece se la tolse subito, congratulandosi”.

Remembering antidoping with @paulpogba #juventus #finoallafine #seriea

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Dalla gioia del gol all’inferno tra Carpi, Brescia e Alessandria

Da lì in poi tutti pensavano che Blanchard potesse comunque continuare a giocare a livelli discreti, magari anche in un club di B con ambizioni di promozione in A. E invece da quel giorno non si sentì più parlare di lui. Ma cosa successe a Leonardo? L’addio al Frosinone nella stagione successiva segnerà in negativo l’evolversi della sua carriera. Leonardo si trasferisce al Carpi, (pensava che a Frosinone smantellassero la squadra). “Fu l’errore più grande che potessi fare “, disse il difensore tempo fa.

La carriera di Leonardo Blanchard (Transfermarkt)
La carriera di Leonardo Blanchard (Transfermarkt)

E infatti il tempo di disputare 7 partite e il rapporto tra lui e la società va in frantumi. Incomprensioni, scelte tecniche non approvate e il difensore, classe 1988, fu messo fuori rosa. Blanchard si allenava in un terreno di gioco diverso da quello dei compagni di squadra. Non veniva mai convocato ed era continuamente provocato dai dirigenti del club al fine di andare incontro a multe salate. Situazione insopportabile per lui. Così, nel gennaio del 2017, fu girato in prestito al Brescia, mentre l’anno successivo, in serie C, all’Alessandria.

L’avventura al Brescia non fu poi così negativa

Stagione 2016/2017, mercato di gennaio. Blanchard, ormai ai margini del progetto Carpi, fu girato in prestito al Brescia che stava giocando un campionato tutto sommato discreto. Leonardo, classe 1988, rappresentava il giusto profilo per la difesa: un mix perfetto tra esperienza e senso del gol. E fu proprio così. L’ex centrale difensivo del Frosinone si mise in evidenza subito e il Rigamonti era molto soddisfatto delle sue prestazioni. Quella stagione terminò con 17 presenze condite soprattutto da due gol e un assist.

Finalmente ancora tu GOL! Mi mancavi!

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Un totale di 1507 minuti giocati che misero in evidenza un giocatore con ancora tanta voglia di volersi giocare chance importanti nel campionato cadetto. Un assist subito alla sua prima gara contro il Perugia, i gol contro Cittadella e Vicenza prima di contribuire in maniera decisiva alla permanenza in B delle Rondinelle. Dal 18 marzo infatti, fino a fine stagione, il Brescia perse soltanto una partita, quella contro la lanciatissima Spal di Semplici, per il resto, 7 pareggi e 4 vittorie, furono sufficienti per concludere al meglio la stagione. Ancora una volta tutto sembrava filare per il meglio, ma invece l’inghippo era dietro l’angolo.

L’Alessandria prima del decisivo viaggio a Bali

Blanchard tornò al Carpi dopo la fine del prestito al Brescia, ma la situazione non era cambiata. Il club ormai non lo riteneva importante per il progetto tecnico della squadra. E allora ecco il trasferimento all’Alessandria nella stagione 2017/2018. In Serie C Blanchard raccolse in totale solo 9 presenze tra coppa, campionato e playoff. Sufficienti per farlo ragionare a fine stagione e arrivare alla decisione di chiedere al Carpi (in cui sarebbe dovuto ritornare dal prestito) di rescindere consensualmente il suo contratto.

• Somewhere in Bali •

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Svincolato, decide così di concedersi una sorta di pausa di riflessione, terminologia più adatta magari a una storia d’amore, ma quella tra Leonardo e il calcio, era veramente da considerarsi tale. Galeotto fu un viaggio a Bali che gli consentì di pensare al meglio a cosa fare della sua vita. La prima cosa che gli è venuta in mente? Dedicarsi a sé stesso, alle sue passioni e anche alla sua famiglia.

Oggi è felice tra la passione per la pittura e il negozio di famiglia

Blanchard è sempre stato un giocatore molto umile, raccontò che alle ragazze che conosceva diceva sempre di avere un negozio di abbigliamento, non di essere un calciatore. La stessa umiltà che l’ha riportato oggi nella sua Grosseto, dove ha continuato l’attività di famiglia. Lì, ha un negozio di abbigliamento molto raffinato, capace di incrociare diversi stili. Un po’ come fa nella pittura, l’altra grande passione di Leonardo che ha una rara sensibilità per l’arte. “Per me un quadro è sensazione – raccontò tempo fa – per questo amo l’astrattismo e chi mi trasmette un’emozione inspiegabile.

Come Pollock, Rothko o Schiele. Quando dipingo metto la musica alta e mi lascio andare. A volte uso un pennello, altre un coltello”. Questa sera all’Allianz Stadium ci sarà di nuovo il suo Frosinone che l’ultima volta uscì trionfante per aver conquistato il suo primo punto in Serie A grazie ad un suo gol. Blanchard si augura ovviamente che la Juventus possa vincere lo scudetto e la Champions (da tifoso qual è) ma che allo stesso tempo il Frosinone possa rimanere in A.

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