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La storia (a lieto fine) di José Enrique operato alla testa per un raro tumore

Ex calciatore spagnolo, un anno fa, a 31 anni José Enrique ha appeso le scarpette al chiodo perché tormentato da continui infortuni al ginocchio. “Non voglio diventare invalido”, disse allora. Pochi mesi fa ha capito che l’avversario peggiore da affrontare era un altro: il cordoma, una rara forma tumorale che lo ha aggredito alla testa. “Sono stati i giorni peggiori della mia vita, sono rimasto a letto per cinque giorni senza potermi muovere. Ho rischiato di restare cieco poi ho riacquistato la vista e anche i medici sono rimasti sorpresi”.
A cura di Maurizio De Santis
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Un anno fa José Enrique decise di appendere le scarpette al chiodo perché tormentato dai continui infortuni al ginocchio. A 31 anni disse basta e chiuse la propria carriera di difensore che lo ha portato dalla Spagna (Levante, Celta, Valencia, Villarreal, Real Saragozza) alla Premier League (con Newcastle e Liverpool) con una scelta perentoria e una frase emblematica. "E' il momento di fermarmi, non posso giocare senza medicazioni continue e rischio di passare la mia vita da invalido". Pochi mesi fa José ha capito che quello sarebbe stato il male minore e che la vita aveva in serbo per lui una di quelle prove che, quando l'affronti, ti senti così piccolo e ti sembra di camminare sul ciglio di un burrone. Puoi cadere da un momento all'altro, ti sforzi di non guardare in basso e tieni gli occhi fissi sull'orizzonte.

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Quello dell'ex calciatore iberico sembrava finire nella stanza d'ospedale dove i medici gli diagnosticarono un raro tumore al cervello e capì che la sofferenza alle ginocchia erano nulla. Emicrania fortissima, disturbi alla vista e senso di nausea i sintomi della patologia confermati dalla TAC effettuata alla testa: ha il cancro ed è affetto da una delle forme più rare, il cordoma. Il suo calvario comincia così. "È un tumore situato in una zona complicata della testa, è molto raro, non è molto comune, si trova dietro l'occhio, ecco perché ora indosso un cerotto", rivela nell'intervista a Marca dove racconta dell'intervento subito a Valencia la settimana scorsa e durato 9 ore, dalle 9 del mattino fino alle 6 del pomeriggio. "Sono stati i giorni peggiori della mia vita, sono rimasto a letto per cinque giorni senza potermi muovere".

E' vivo e questo conta più di ogni altra cosa ma la guarigione è ancora lunga e soprattutto deve fare attenzione. "Non riesco a sollevare pesi, non posso piegarmi, ho il letto adatto per dormire in una posizione a 30 gradi in modo da non aumentare la pressione sanguigna della testa". Il 26 luglio sosterrà un'altra visita poi inizierà la radioterapia: durerà un mese e mezzo e la svolgerà a Zurigo oppure a Parigi dove ci sono gli strumenti più adatti. "Voglio a guarire – ha aggiunto José Enrique -. Ho rischiato di restare cieco poi ho riacquistato la vista e anche i medici sono rimasti sorpresi".

L'ex calciatore del Liverpool ha anche ricevuto il sostegno e l'affetto di colleghi e giocatori che sono ora impegnati in Coppa del Mondo in Russia. Coutinho, Luis Suarez, Keylor Navas, Reina, Fazio hanno avuto un pensiero gentile per lui che ha combattuto contro l'avversario peggiore che gli potesse mai capitare.

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