La squadra è svogliata, all’alba Tramezzani porta i calciatori in fabbrica
Li ha tirati giù dal letto all'alba, li ha caricati sul pullman e li ha portati in fabbrica perché capissero cosa significa lavorare. Paolo Tramezzani, ex vice di gianni De Biasi sulla panchina dell'Albania e fino a pochi mesi fa volto televisivo della Rai, ha voluto impartire una lezione ai giocatori del Lugano. "Può fare ciò che vuole", ha confessato al Corriere del Ticino il presidente della società, Angelo Renzetti, "preferisco non immischiarmi nelle sue decisioni". Indolenti, svogliati, senza stimoli e soprattutto senza un briciolo d'orgoglio alla luce della pesante sconfitta (5-2) rimediata nell'ultimo turno del campionato svizzero contro il Thun.
Ho voluto mostrare loro come la gente comune suda il salario – ha raccontato il tecnico alla stampa elvetica – e quanta fatica, quanti sacrifici è costretta a fare per portare lo stipendio a casa alla fine del mese.
Una paga e basta, non un ingaggio contrattato da un agente, con tanto di bonus e macchine calde, clausole e culi di bottiglie, cosce e lenzuola. Amareggiato e stanco dell'atteggiamento percepito – lo stesso Zeman, dopo l'addio al club, aveva puntato l'indice contro la poca professionalità dell'ambiente – Tramezzani non ci ha pensato due volte e ha sottoposto tutti a un bagno d'umiltà. Loro, fortunati. Loro, sotto i riflettori sempre. Loro, protagonisti di un gioco che alla fine del mese porta in banca cifre a tanti zeri rispetto agli ‘spiccioli' di semplici lavoratori.
Erano le 6 del mattino quando li ha condotti in un'azienda di vernici e pittura prima ancora che arrivassero operai e impiegati. Lì, in quell'impresa di Davesco (un quartiere di Lugano, nel Canton Ticino), ha fatto sì che parlassero coi lavoratori e si confrontassero con loro. In seguito, senza concedere pause, ha trasferito la squadra al campo d'allenamento di Cornaredo.