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La Sla fa un’altra vittima: morto a Roma l’ex arbitro Giuseppe Rosica

Si è spento all’età di 62 anni, l’ex arbitro Giuseppe Rosica: protagonista nel mondo del calcio per aver diretto 26 partite di Serie A e 95 di Serie B. Malato da due anni di Sclerosi laterale amiotrofica e appartenente alla sezione arbitrale della Capitale, Rosica aveva debuttato nella massima serie nel 26 maggio 1991.
A cura di Alberto Pucci
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Dopo la scomparsa di Stefano Farina, morto nel maggio del 2017 dopo una lunga malattia, e il cordoglio generale per il decesso di Luigi Agnolin dello scorso settembre, il mondo arbitrale italiano e tutto il calcio di casa nostra piange Giuseppe Rosica. Nella giornata di oggi si è infatti spento a Roma, all'età di 62 anni, l'ex arbitro appartenente alla sezione AIA della Capitale. Nato nel 1956, Rosica era malato da due anni di Sclerosi laterale amiotrofica: la terribile malattia che l'ex giocatore di Milan e Fiorentina Stefano Borgonovo, scomparso a soli 49 anni nel 2013, chiamava da sempre "la stronza".

Il debutto in Serie B

La carriera di Rosica nel mondo del calcio, portata avanti parallelamente alla sua professione di dentista, cominciò a regalargli soddisfazioni nel settembre dell'89 quando debuttò in Serie B arbitrando Cagliari-Reggina. L'esordio nella serie maggiore, arrivò invece la stagione successiva: il 26 maggio 1991 nella partita che a formazione sarda girò contro il Bari. Prima di concludere la sua esperienza da arbitro, si tolse lo sfizio di dirigere e salutare tutti con Cremonese-Vicenza del 5 maggio 1996: l'ultima delle 26 partite arbitrate in Serie A dall'ex fischietto romano.

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La sua ultima intervista

Intervistato dal "Corriere della Sera" nel luglio scorso, Giuseppe Rosica aveva trovato la forza di raccontare la sua malattia e allontanare l'ipotesi di un brutto male strettamente legato al mondo del pallone: "Clamore inutile, il calcio non c’entra – disse Rosica – ancora non si conoscono neppure le cause che portano al deficit di motoneurone. Anche se, in realtà, non sono il primo arbitro a essere colpito. Questa malattia è terribile, va studiata meglio e di più: voglio aiutare gli altri, per quanto posso". Purtroppo la Sla non gli ha concesso l'opportunità di essere aiuto per gli altri malati.

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