La Serie A si riscopre globalizzata e poliglotta con stranieri da ogni parte del mondo

Una volta c'era solo l'FC Internazionale. Di nome e di fatto. C'era l'ironia di chi prendeva ad esempio la compaggine nerazzurra per aneddoti e barzellette, c'era l'invidia e la rabbia di chi non concepiva scelte radicali da definirle in alcuni casi anche anti-italiane. Stiamo parlando della ‘rosa internazionale‘ o babilonesca che da oltre un decennio ha sempre caratterizzato i giocatori tesserati dall'Inter. Mentre altre società e squadre puntavano su un gruppo di calciatori italiani o si vantavano di fornire atleti alla propria nazionale, in nerazzurro ci finivano giocatori dalle più disparate nazionalità e – spesso – scendeva in campo un ‘undici‘ senza alcun italiano titolare. Ironie e rabbia si sono dissipate nel tempo, negli anni. Quelle scelte impopolari e discutibili, oggi – con il senno del poi – possono essere lette come percorritrici di un cambiamento che adesso è davanti agli occhi di tutti e ha fatto proseliti.

SCUOLA INTER, TUTTI A LEZIONE – Non c'è squadra, non c'è rosa, non c'è società che da qualche anno non annoveri una serie infinita di giocatori stranieri. L'Inter, insomma, è in ottima compagnia e la sua "internazionalità", adesso, non fa non solo più notizia ma anche interesse venendo superata di gran passo dalle altre scelte di presidenti che guardano oltre confine per scommettere su possibili talenti del futuro. Dal Cesena, al Napoli, dall'Udinese al Milan ma anche in serie B e nelle squadre di Lega Pro, militano giocatori giovani o più maturi provenienti da tutto il mondo, senza grandi distinzioni se non nei passaporti da extracomunitario validi unicamente per le regole federali di tesseramento.

IL GENOA GLOBALIZZATO – L'ultimo ‘paladino‘ di questo trend è a capo di una società medio-piccola salita alla ribalta delle cronache da qualche anno per l'operato – vulcanico e funanbolico – del suo presidente, Enrico Preziosi uno dei patron meno istituzionali del calcio italiano. Il suo Genoa targato 2011-2012 è globalizzato e poliglotta come nella miglior tradizione nerazzurra, società con cui ha anche ottimi rapporti di mercato. Su 26 giocatori rossoblù solamente 8 sono di nazionalità italiana, mentre ci sono elementi per 14 nazioni differenti. Una novità assoluta sotto la lanterna visto che tante nazionalità tutte insieme si erano viste soltanto all'inizio della storia del club ligure. In panchina, il buon Malesani, neo tecnico del Genoa, avrà il suo bel da fare per farsi capire e ottenre subito dei risultati soddisfacenti. C'è di certo del collante importante che arriva anche dagli stessi giocatori. Ad esempio, Birsa e Ribas sanno parlare cinque lingue, mentre Merkel e Rudolf seguono con quattro idiomi a testa. Poi ci sono Granqvist, Constant, Kaladze, Kharja e Moretti che parlano tre lingue.

INTERPRETI DI UNA UNICA LINGUA – Birsa, sloveno, sa il francese grazie al suo passato calcistico transalpino, ma anche l'inglese e il serbo-croato, oltre all'italiano imparato grazie alla televisione e ai canali nella nostra lingua. Anche Ribas ha vissuto con la valigia in mano ed è diventato poliglotta per forza: anche per seguire suo padre allenatore ha conosciuto il portoghese, l'inglese, il francese, l'italiano e lo spagnolo, la sua madrelingua. Così come l'ex rossonero Merkel che se la cava altamente bene in russo, tedesco, inglese e in italiano. Certo, c'è chi ricorda che il linguaggio che si parlerà in campo sarà sempre e solo uno, quello del calcio ma il tecnico dei Grifoni avrà molto da fare per far rispettare a tutti il suo 4-3-3 o 4-3-1-2. Dopotutto, chi lo capirà al volo saranno solamente in 8: Lupatelli e Scarpi in porta, Dainelli e Moretti in difesa. Antonelli, Mesto, Rossi e Milanetto a centrocampo.

LA BABILONIA DEL CALCIO ITALIANO – Ma non solo il Genoa può annoverare una così evidente "babilonia" calcistica in serie A. Molte altre squadre hanno ‘pescato' i propri giocatori un po' ovunque nel mondo e presenteranno delle squadre davvero ‘globalizzate‘. Chi si è dato molto da fare in questo senso nell'ultimo calciomercato ad esempio, è il Bologna agli ordini di Bisoli. In entrata si contanto le nazionalità di Taider (Francia), Antonsson (Svezia), Crespo (Spagna), Gillet (Belgio), Rodriguez (Uruguay), Mitrovic (Montenegro), Stojanovic (Macedonia). Anche il Cagliari ci ha messo del suo con giocatori dalla Bielorussia (Sivakov), dall'Olanda (El Kabir), ilCatania dall'Honduras (Suazo). Se si cercano altre nazionalità particolari ecco che anche a Cesena non mancano con Gilnics dalla lettonia o nel Chievo dove dal Perù arriva Cruzado o dall'Albania, Memushaj o il finlandese Hetemaj. Per la Fiorentina c'è Papa Wajgo dal Senegal, nell'Inter Alborno dal Paraguay. Con Lichtsteiner e Ziegler la Juve ha pescato in Svizzera, la Lazio in Nigeria con Makinwa e in Albania con Cana. Dal Mali è arrivato Diamoutene per il Lecce e dalla Sierra Leone Strasser, mentre il Novara ha puntato su Morimoto e sul Giappone. Non da meno il Palermo con l'israeliano Zahavi, l'ungherese Simon, il cileno Labrin. Il Portogallo, con Nunes e Pereira ha fatto tappa a Parma mentre dal Ghana giocherà con i colori della Roma, Barusso. Tziolis, dalla Grecia, sarà di scena a Siena, mentre dalla Costa d'Avorio a Udine è sbarcato Doubai.
E questi sono solamente una minima parte dei tesserati per la stagione 2011-2012 che si appresta a diventare tra le più internazionali di sempre.