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La sedia nel cielo di Amsterdam? Gesto di protesta ma più elegante delle manette di Mou

Sono le parole di Roberto Cravero che di quel Torino finalista in Coppa Uefa contro l’Ajax era guida e capitano: “Fu un gesto eloquente di lotta: dei deboli contro il potere dei forti. Mondonico era così, non scendeva a compromessi: osava, sperimentava. E battè il Real usando per primo il 3-5-2”
A cura di Alessio Pediglieri
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13 maggio 1992, il giorno più bello e più amaro del Torino guidato da Emiliano Mondonico. E' la data in cui si gioca la finale di Coppa Uefa, in campo Ajax e Torino a sfidarsi ad Amsterdam in terra olandese. Finirà con i Lancieri che festeggiano la Coppa e i granata che escono con l'onore delle armi, confermando l'ottima squadra guidata dal tecnico che nella stessa stagione in campionato si piazzerà al terzo posto in classifica. In quell'occasione, il ‘Mondo' compie uno dei gesti che resteranno nella sua personalissima storia calcistica ma anche in quella collettiva: davanti ad un arbitraggio che viene considerato di parte, dopo l'ennesimo fallo non fischiato, da bordo campo brandisce una sedia e la alza al cielo. Rimedierà una giornata di squalifica, poi mai scontata, ma ciò che resterà impresso sarà quel gesto sui generis che passerà alla storia.

La sedia nel cielo di Amsterdam

"Il suo gesto della sedia è diventato un messaggio per i deboli contro i forti, decisamente più elegante rispetto alle manette di Mourinho" ha ricordato Roberto Cravero che di quel Torino era capitano e guida in campo. Che consacra l'ex allenatore ancor più di quanto non si fece con lo Special One, con i polsi incrociati in segno di protesta, durante un Inter-Sampdoria del 2010.

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Un ‘Mondo' di scelte coraggiose

I ricordi di Cravero però non si fermano al Mondonico fumantino a bordo campo. Il ‘Mondo‘ si sapeva far rispettare da tutti ma soprattutto anche nei momenti più caldi ed esasperati non perdeva mai la misura dei propri comportamenti. Aspetto non comune in momenti che contavano moltissimo: "Il suo grande pregio, al di là di leggere la partita, era quello di saper fare scelte coraggiose. Era sempre coerente con se stesso: andava dritto per la sua strada, solamente col passare degli anni è aumentata la saggezza e si è smussato un po'".

Quando eliminò il Real con il 3-5-2

Anche perché fu uno dei primi innovatori del calcio moderno, sperimentando metodi di gioco ora comuni ma a suo tempo quasi sconosciuti ai più: "Non si limitava a fare le cose semplici, cercava di attuare schemi diverse per sorprendere gli avversari. Fu uno dei primi a giocare col 3-5-2 e lo fece molto bene perché il suo Torino eliminò il Real Madrid e non credo che in futuro vedremo ancora il Torino eliminare il Real"

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