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La Russa, il “pisello grande” di Lukaku è razzismo come la “pelle normale” di Lotito

Come si può combattere il razzismo negli stadi se il vice Presidente del Senato, Ignazio La Russa, fa ricorso ai più beceri luoghi comuni parlando di calcio? “Direi che la morale della partita è che l’Inter ha cambiato un grande centravanti col pisello confuso con un centravanti confuso dal pisello grande”, ha scritto su Facebook. E se è vero che le parole hanno un peso, le sue non sono meno gravi del richiamo alla ‘pelle normale’ di Claudio Lotito.
A cura di Maurizio De Santis
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Direi che la morale della partita è che l’Inter ha cambiato un grande centravanti col pisello confuso con un centravanti confuso dal pisello grande.

Ignazio La Russa fa di tutta erba un fascio e si lascia prendere dalla nostalgia canaglia quando parla di calcio. Tifoso dell'Inter, casacca che gli è molto familiare anche perché coniuga il nero (mai sbiadito, nemmeno dopo una corroborante cura di acque minerali a Fiuggi) e l'azzurro, non ha ancora digerito la sconfitta subita contro la Juventus a San Siro e si abbandona a una battuta da caserma. Prende in prestito lo slogan del grande pennello per scandire l'inadeguatezza di Romelo Lukaku in una partita così importante come quella di domenica sera. Un po' rimpiange Mauro Icardi e fa niente se aveva il ‘pisello confuso', però la buttava dentro. Pennello, pisello, manganello: la rima è baciata e molto stonata ma nel linguaggio e nella dialettica del vice Presidente del Senato hanno la stessa assonanza sessista e razzista.

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La lunghezza del membro del nero associa il complesso d'inferiorità del macho (che misura in centimetri lo spessore dell'uomo che non deve chiedere mai) allo stereotipo razzista: La Russa lo regala alla platea dei social network pubblicando un post su Facebook e lo fa con assoluta leggerezza rispetto all'incarico, al ruolo che ricopre, nemmeno fosse al bar dello sport a dir quattro cazzate tra amici. E se è vero che le parole hanno un peso, le sue non sono meno gravi del richiamo alla ‘pelle normale' di Claudio Lotito.

Il presidente della Lazio usò proprio quell'espressione per giustificare i buuu e gli ululati che dagli spalti degli stadi italiani vengono vomitati anche sui calciatori che non hanno la ‘pelle nera'. Offese gravissime dinanzi alle quali la Federcalcio – nonostante le buone intenzioni enunciate di recente da Gabriele Gravina – ha un atteggiamento ancora troppo indulgente in virtù di norme che l'ex numero uno, Carlo Tavecchio – quello di Opti Poba e delle donne handicappate nel calcio – derubricò a mo' di buffetto sulla mano da dare al ragazzino un po' discolo. Lasciando filtrare il concetto che, in fondo, la gravità di un insulto si può modulare come sfotto' in base alla provenienza geografica, alla discendenza etnica, all'albero genealogico e – aggiungiamo noi, così la pletora dei luoghi comuni è completa – al conto in banca, al titolo di studio, se vieni dal Sud, se vieni dalla Sicilia e quindi sei un po' mafioso a prescindere.

"Forse il tweet è esagerato ma io sono un nostalgico del gioco di Icardi che contro la Juventus segnava sempre", ha provato a chiarire Ignazio La Russa che, sul più bello, è inciampato sul pisello.

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