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Roma in trincea, Napoli incompiuto. Coraggio, il meglio è passato

La sconfitta dell’Olimpico (la quarta consecutiva in trasferta) è la sintesi del Napoli di Benitez, fuori dalla lotta Champions. Agli azzurri resta l’Europa League per dare un senso alla stagione. La Roma di Garcia difende in trincea il secondo posto.
A cura di Maurizio De Santis
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Coraggio. Contro una Roma rabberciata – e che in casa non vinceva da fine ottobre dell'anno scorso – al Napoli e al suo allenatore è mancato il coraggio di andare in campo con una squadra famelica, che avesse ‘gli occhi della tigre', fosse in grado di supportare meglio Higuain (desolatamente solo là davanti), attaccare con decisione (come sa fare, è la sua peculiarità) e maggiore dinamismo, sbranare un avversario quasi inerme. Lo ha fatto solo quando, sotto di un gol (Pjanic, ancora lui), è stato costretto ad alzare il ritmo del gioco, osare di più. Lo ha fatto – almeno ci ha provato – quando s'è scrollato di dosso la paura di concedere spazio a un avversario che, eccezion fatta per le generosità di Iturbe e qualche guizzo di Florenzi, non è mai sembrato veramente in grado di creare grattacapi ai partenopei, spaccare la partita, vivendo di spunti individuali ed estemporanei. Troppe le assenze, soprattutto in attacco, per sperare in un atteggiamento differente dei capitolini che – in particolare nella ripresa – hanno subito il gioco e l'assedio dei campani. Lo ha fatto quando, sfruttando la qualità del palleggio e l'inserimento (tardivo) di Gabbiadini al posto di Callejon (l'ombra del calciatore ammirato nella scorsa stagione), ha capito che contro una Roma affaticata, incapace di contenere le scorribande di Mertens e ripartire serviva martellare.

La squadra di Benitez ha costruito gioco, fatto possesso palla, disegnato geometrie tattiche, mostrato qualità ed equilibrio come non era capitato nelle ultime trasferte prima della sosta. E' sempre così quando di fronte si ritrova avversari di rango, come se s'accendesse una luce particolare nella testa dei calciatori. Tutto molto bello, peccato non sia stata capace di far gol. Straordinario e incompiuto, la sconfitta di Roma (la quarta consecutiva lontano dal San Paolo) è la sintesi di questo Napoli che arriva a un passo dal traguardo e poi inciampa sulla buccia di banana, che è bravo ma non è forte abbastanza (ancora) da essere il migliore, che ha gettato alle ortiche una stagione in un mese di risultati sciagurati contro le cosiddette piccole (vero tallone d'Achille), che adesso spera e nell'Europa League (la Coppa Italia è svanita al San Paolo, nel ritorno con la Lazio) per dare un senso a ogni cosa. Quanto alla Roma, le occorrevano i tre punti per difendere il secondo posto. Li ha conquistati con carattere e forza di volontà, nulla aveva più da dare. Nulla di più era in grado di fare ma le è bastato. Ce l'ha fatta ed è riuscita anche a spezzare un tabù, quello dell'Olimpico, che durava da sei mesi. Coraggio, il meglio è passato. Per entrambe.

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