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La nona giornata di Serie A festeggia la Juventus nuova capolista solitaria

Crollano le romane, l’Inter si riferma a Bergamo. Colpi di Milan e Napoli, contro Parma e Udinese. Il successo bianconero sulla Fiorentina si trasforma nel match che vale il primato, 5 anni dall’ultima volta: era la stagione 2005-2006, quella prima di Calciopoli.
A cura di Alessio Pediglieri
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serie a nona giornata

La nona giornata è finita com'era iniziata: con la Juventus in testa al campionato da sola. La vittoria in extremis con la Fiorentina ha permesso ai Conte Boys di ottenere i punti necessari per riprendersi il primo posto, approfittando dei pareggi della Lazio e della sconfitta dell'Udinese. A pochi giorni dalla sfida di San Siro contro l'Inter, la Juventus è in vetta alla classifica e rimane dunque la squadra da battere, ancora senza sconfitte – unica in Italia – e con tantissimi margini di miglioramento. Sabato sera contro i nerazzurri di Ranieri potrebbe davvero dare il colpo del definitivo ko ad un'Inter fortemente in ritardo e in difficoltà tecnica. L'uomo del momento è di certo Alessandro Matri: i suoi gol stanno diventando pesantissimi e Antonio Conte sta avendo ragione nel gestirlo con parsimonia, preferendogli, ogni tanto, il solo Vucinic nel modulo con una singola punta e due esterni alti. Ma l'ex cagliaritano sta avendo una media-gol trascinante e contro i nerazzurri a Milano sarà lui il pericolo pubblico numero uno. In difesa, rinascita anche di Chiellini esterno e in porta di Storari convincente vice-Buffon, che si ripresenterà tra i pali anche contro l'Inter. Per la Fiorentina, ennesima delusione stagionale con Mihajlovic vicino all'esonero eè in vetta oramai aggrappato con i denti alla panchina, mentre il popolo viola già attende l'arrivo di Delio Rossi.

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Inter, 5 motivi per arrabbiarsi ma un solo punto conquistato

Dalla Juventus all'Inter, con 8 punti di differenza e una stagione oramai compromessa. A Bergamo non era facile riuscire a vincere ma l'Inter avrebbe dovuto conquistare comunque il successo per dare una svolta al proprio cammino. Svolta che non è arrivata, anzi: se Castellazzi non avesse parato il rigore a Denis al 90′ il pareggio si sarebbe trasformato nell'ennesima disfatta stagionale. E' vero, anche questo penalty era più che dubbio e Moratti avrà terreno per riaffondare i denti nel pane della polemica, anche se in vista di Inter-Juventus ha per primo smorzato i toni sottolineando come cinque rigori inesistenti fischiati contro i nerazzurri in 8 giornate sono una "coincidenza che inizia a dar fastidio". Ma non basta consolarsi col fatto che in una classifica senza errori arbitrali l'Inter sarebbe in Zona Champions. La realtà è diametralmente opposta e nella sfida di sabato sera la posta in palio è altissima. Più di semplici tre punti: in gioco c'è la rivalità con gli odiati bianconeri che spingono per riavere lo scudetto 2006, il prestigio di non essere ‘eliminati‘ dalla corsa scudetto già a ottobre, l'orgoglio di poter giocarsi alla pari un match con chi oggi è primo in classifica e ha sete di vendette sportive e non solo. Per l'Atalanta di Colantuono, invece, è arrivata l'ennesima ottima conferma di una squadra che resterà nelle zone tranquille per tutta la stagione, visti i progressi che ha ottenuto in queste settimane tanto da giocare con personalità e spavalderia, sfiorando anche un successo che sarebbe stato meritato.

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Milan a forza 4

Dalla Milano che piange a quella che ride: il Milan. Se a Lecce l'eroe per caso è stato Kevin Prince Boateng, ecco che con il Parma spunta un fenomeno d'eccezione: Nocerino. Tre gol per lui a San Siro, hattrick, standing ovation e un messaggio trasversale all'infortunato Gattuso. Non c'è fretta, Ringhio può guarire in pace, l'ex palermitano ha dimostrato di meritarsi il posto e la fiducia di Mister e compagni. Con tre vittorie consecutive in campionato (quattro se si conta anche il successo con il Bate), il Milan è ritornato di diritto in piena corsa tricolore (-2 dalla vetta), mostrandosi la squadra da battere malgrado alcune amnesie difensive da dover correggere il prima possibile. Contro il Parma del solito Giovinco (in gol anche questa sera, che gli ha permesso di agganciare in classifica marcatori l'assente Di Natale) si è assistito al solito show, con il Milan padrone del gioco e sicuro dei propri mezzi sempre a gestire la partita. Per i Ducali bruttissima seconda pausa d'arresto che sta vanificando quanto di buono è stato fatto fino ad oggi.

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Roma e Lazio, un punto per due

Male le due romane: la Lazio ha impattato sulla bestia nera Montella. Il Catania pareggia grazie a Bergessio, riuscendo a strappare un punto d'oro all'Olimpico, rimontando lo svantaggio causato dal solito Klose che aveva proiettato i biancocelesti in vetta alla Serie A per alcuni minuti. L'Aeroplanino ha invece sentito aria di derby ed è riuscito ad infondere ai suoi giocatori lo spirito giusto per fare risultato. Peggio, molto peggio, è capitato invece alla Roma di Luis Enrique che – malgrado gli eterni passi falsi – sembra godere sempre e comunque di fiducia incondizionata. L'eliminazione in Europa League, il derby perso al 90′, e adesso la sconfitta a Genova col gol del 2-1 di Kucka, sembrano essere semplici scivoloni di crescita. Eppure la classifica ne sta subendo i danni peggiori e anche se ieri Lamela, oggi Borini hanno dato segnali importanti, il progetto finale sembra faticare più del previsto, forse anche in modo più che  prevedibile. Lo stop comunque non ci voleva, con il Genoa di Malesani che riscopre il piacere della vittoria grazie al futuro nerazzurro Kucka capace di punire i giallorossi a tre minuti dalla fine e a riportare sul binario giusto una partita più che difficile.

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Il Napoli di Lavezzi fa atterrare l'Udinese

Benissimo, invece il Napoli che Mazzarri ha fatto risorgere contro l'Udinese delle meraviglie. I partenopei – in silenzio stampa polemico per le troppe polemiche – hanno fermato la formazione di Guidolin priva del Pallone d'Oro Di Natale e per una sera con il motore ingolfato. Lavezzi-Maggio i goleador decisivi, tra i giocatori più in forma e decisivi delle ultime settimane azzurre. Splendida la rete dell'argentino, devastante il raddoppio del vicentino e Udinese che deve non solo salutare il primato ma ridimensionarsi improvvisamente ritornando con i piedi per terra. Napoli che invece si rilancia nella mischia della zona Champions League a braccetto con il Milan, ad un passo dalla Juventus primatista. Adesso i partenopei hanno però il compito più arduo: quello di restare in quelle zone con prestazioni che diano continuità e riscaccino le voci che non vedono nella squadra di Mazzarri una formazione capace di reggere certi ritmi fino a maggio. Per Guidolin, una serata da comparsa con un'Udinese che non ha potuto fermare la voglia del Napoli di trovare il successo, ma il progetto continua anche perchè certi stop permettono al gruppo dei giovani di crescere ancora di più.

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La rinascita del Bologna e il colpo di coda del Cesena

In chiusura, gli altri incontri con il Bologna che rinasce e vince in trasferta a Verona contro il Chievo grazie al gol-partita di Acquafresca. Un successo che ridà spazio alle speranze della squadra di Pioli che non perde la scia per giocarsi la salvezza approfittando anche del pareggio tra Atalanta e Inter. In fondo alla graduatoria si risveglia anche il Cesena che ottiene un punticino importantissimo contro il favorito Cagliari in vantaggio con un rigore di Nenè: per i bianconeri ci pensa, sempre dagli 11 metri, Candreva. Poi Novara-Siena, gara senza vinti nè vincitori grazie alle reti di Calaiò per gli ospiti e di Gemiti per i padroni di casa che stabiliscono il risultato sull'1-1, tutto sommato, giusto. Nel posticipo serale, il 2-0 del Palermo sul Lecce ha ridato fiducia e punti ai rosanero di Mangia che hanno conquistato la quarta vittoria nelle quattro partite interne disputate alla Favorita da inizio stagione. Per i salentini, invece, ennesima partita al fiele, si ritrovano adesso più lontani dalla zona salvezza, unici nel fondo classifica a non aver conquistato nessun punto.

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