La Nazionale dei figli d’arte: Chiesa, Kluivert, Weah tre esordi col botto
E' stata una settimana all'insegna delle Nazionali, tra amichevoli di lusso e sfide incrociate tra chi si affronterà poi in Russia per i Mondiali 2018. C'era anche l'Italia, estromessa dal lotto delle migliori ma pur sempre una Nazionale tra le più quotate e di prestigio. E con l'Italia anche Federico Chiesa, al debutto assoluto con la prima squadra azzurra. Così come altri due giovanotti dal cognome importante, Tim Weah e Justin Kluivert che hanno esordito nella selezione americana e in quella olandese.

Tre nomi, tre figli d'arte, tre talenti per il futuro che fanno ben sperare. Perché tutti e tre hanno confermato le ottime impressioni che ognuno si era già ritagliato nei rispettivi club d'appartenenza. Riaprendo il libro dei figli d'arte, di coloro che ce l'hanno fatta malgrado (e forse anche un po' per fortuna) un cognome sulle spalle che pesa moltissimo.
Federico Chiesa e la conquista dell'Azzuro
Iniziando da Federico che contro l'Inghilterra si è procurato il rigore poi segnato da Insigne, regalando alla nazionale di Di Biagio un pareggio della speranza. Che per l'esterno della Fiorentina è già una realtà con prestazioni oramai ad altissimi livelli che gli hanno appunto valso la prima convocazione azzurra.
Federico esordisce in Serie A a 19 anni da compiere, in casa della Juventus, dando il via a un miglioramento progressivo e apparentemente inarrestabile. Iniziando il proprio cammino sportivo grazie ad una lenta e costante imposizione del proprio ruolo e delle proprie qualità nella Primavera della Fiorentina. Affinando la propria tecnica grazie alla quale può giocare sia da esterno in mediana che da pura mezzala.

Justin Kluivert nel segno di Neymar
Passando a Justin Kluivert il discorso non cambia di molto. Figlio della leggenda olandese Patrick, è un giocatore offensivo brevilineo, veloce, di tecnica e talento puri. A molti ricorda il primo Neymar (cui si ispira da sempre) e nell'Ajax – dove gioca dall'età di otto anni – è da sempre protagonista, titolare, malgrado il cambio di giocatori e alcuni colpi a vuoto.
Che non gli hanno negato la convocazione in Nazionale, dove ha esordito contro Cristiano Ronaldo che non è però nell'elenco dei suoi modelli base. Visto che spinge sul lato che porta a Messi eterno rivale del portoghese. Ed essere entrato nei minuti conclusivi del 3-0 dell'Olanda sul Portogallo di Cr7 si può considerare un'investitura futura di Justin nel panorama delle stelle internazionali.

Tim Weah, esordio con record
Infine, Tim Weah il figlio d'arte del presidente della Libia ed ex stella rossonera. Per lui, oltre il debutto in Nazionale anche un record assoluto: è il primo millenials – nato nel 2000 – a vestire la maglia degli USA a soli 18 anni d'età. Timothy è entrato al minuto 86 nella sfida tra la squadra a stelle e strisce e il Paraguay, disputata nella notte e vinta 1-0.
Un esordio che ha fatto impazzire l'America che gli ha tributato sui social network il giusto riconoscimento. Per un attaccante che sta provando a ripercorrere i passi di papà George e che si sta facendo all'ombra di una folta schiera di campioni, da Neymar a Cavani, da Pastore a Verratti: il Psg.