La moviola di Real Madrid-Juventus, perché il rigore di Benatia c’era
Il tema del giorno, e delle prossime settimane, sarà ancora e sempre lo stesso: era rigore su Vazquez oppure no? L'Italia (e non solo) si è spaccata in due, tra chi ha considerato l'intervento di Benatia falloso e chi ha puntato il dito sulla simulazione del giocatore del Real Madrid. Parole, tante.
Purtroppo il risultato non cambierà comunque: una squadra italiana, in questo caso la Juventus ma poco conta il colore e il nome del club in questione, è stata eliminata ai quarti di finale e restiamo semplicemente con le speranze aggrappate alla Roma. Il resto è pura accademia verbale, quando non sfocia da una parte nel complottismo o – dall'altra – nel mero insulto avversario.
Il calcio, tra perfezione e discrezione
Quando vince il cinismo
Il rigore c'era o non c'era? Questo è il dilemma e su questo argomento ognuno porta a proprio vantaggio motivi, precedenti, regolamenti e buon senso. L'arbitro ha fischiato senza indugio, non ha guardato prima il cronometro, non ha ‘pesato' l'età o la carriera dei protagonisti in campo, non si è curato della posta in gioco. Ha fischiato. Cristiano Ronaldo non ha sbagliato e la qualificazione è tornata in mano agli spagnoli.
Quando serve la discrezionalità
Il calcio non è una scienza perfetta, la discrezione è fondamentale nell'interpretare il gioco, il momento, la situazione. In questo Buffon ha una parte di ragione: la personalità di chi fischia passa anche dal saper ‘leggere' la partita. E in questo il signor Oliver ha peccato di carisma, applicando alla lettera il regolamento del calcio.
Perché era rigore
Dal regolamento del giuoco del calcio
Determinate infrazioni, regolamento alla mano sono punibili con un calcio di punizione diretto o di rigore, se commesse all'interno della propria area. Ovviamente lo diventano nel momento in cui l'arbitro ne verifica le condizioni affinché un'infrazione possa essere considerata un fallo. Sono dieci in totale ma per lo specifico caso avvenuto in Real-Juve si possono considerare solamente le prime sette, che riguardano azioni eseguite in un modo giudicato dal direttore di gara ‘negligente, imprudente o con vigoria sproporzionata'.
Il caso Vazquez-Benatia
Questi falli (anche da rigore) sono nell'ordine: dare o tentare di dare un calcio ad un avversario; fare o tentare di fare uno sgambetto ad un avversario; saltare su un avversario; caricare un avversario; colpire o tentare di colpire un avversario; spingere un avversario; effettuare un tackle colpendo l'avversario prima del pallone.
Irruenza, scompostezza, spinta
Abbiamo evidenziato in neretto le due relative all'episodio Vazquez-Benatia: Oliver ha evidentemente visto irruenza eccessiva, scompostezza dell'intervento del difensore bianconero. Dunque, una ‘carica' da tergo e una spinta nei confronti del madridista. Per Oliver, Benatia nel tentativo di anticipare Lucas Vazquez fa fallo, non ha nessun dubbio e fischia calcio di rigore. Rivedendo le immagini e il video, il giocatore madrileno appare in netto vantaggio ed il difensore lo ostacola. Letto così, è giusto fischiare il calcio di rigore. Al di là del peso specifico che la decisione ha, del minuto di gioco, di chi si ha di fronte o di fianco.
Fotocopia del contatto Benatia-Lucas
A favore della tesi del rigore giustamente concesso, si richiama alla mente ciò che accadde nel nostro campionato, in occasione della partita Lazio-Juventus dello scorso aprile. In quel caso il protagonista dell'intervento fu lo stesso Benatia, su Lucas Leiva, ma l'azione è quasi fotocopia. Il fallo non venne fischiato da Banti (anche supportato dal VAR) ma tutti concordarono che rivedendo le immagini il rigore ci doveva stare. Se lo si trasporta a livello internazionale, dunque, dove da sempre si ha tolleranza zero verso i contatti fisici, il rigore al Bernabeu andava dato.
Perché non era rigore
Un grande arbitro ‘vive' il momento
Ma il cinismo di Oliver, il non aver saputo ‘interpretare' il momento è anche il motivo principale di chi contesta il rigore al 93′ minuto, oltretutto non proprio evidente. Diversi moviolisti hanno condannato la scelta di fischiare l'intervento di Benatia. Il piede sinistro di Benatia tocca anche il pallone, l'intento è di arrivare per primo sulla palla non sul giocatore e in questa situazione non c’è fallo.
Le ragioni di Benatia
Lo stesso Benatia spiega perché il fallo non doveva venire fischiato e punito col penalty dagli 11 metri: "Rivedendo il contrasto, lui stoppa la palla e io gli giro intorno per evitare il tocco e lui cerca di cadere perché è l’unica cosa che poteva fare a quel punto. Non lo tocco, non lo spingo e prendo la palla con il sinistro".
Se non è rigore, non lo è mai
Questo punto di vista è supportato anche dalla gara d'andata dove il tecnico della Juventus, Max Allegri, ricorda un intervento subito da Cuadrado, in quel caso non punito. L'arbitro turco Çakir al 92′ non fischiò il contatto in area tra Carvajal e l'esterno bianconero decretando il finale del match. In quel caso tutti gridarono all'errore arbitrale e il tecnico della Juventus lo ha riportato alla mente nel dopo partita.