La maglia di Colaussi e la pipa di Bearzot: la storia del calcio nel Museo Fifa

Apre a Zurigo il museo del calcio della FIFA: al suo interno, tantissimi cimeli storici del calcio, e non solo. Nel palazzo di proprietà della Swiss Life, che lo ha "affittato" alla FIFA fino al 2055, ed il cui restauro è costato alla confederazione internazionale 110 milioni di franchi svizzeri più altri 30 per gli interni (in tutto 127 milioni di euro complessivi), lo scenario è di quelli avveniristici: bar, negozi, biblioteca da quattromila volumi e perfino un cinema interno dove va di scena un film di otto minuti dedicato al calcio in quanto tale. Questo, e tanto altro, si trova a venti minuti dall'aeroporto di Zurigo.
Tantissimi i cimeli: dal satellite Telstar, dal quale ha preso spunto lo storico pallone a spicchi bianchi e neri, passando per le storiche locandine della rassegna iridata. Non solo maschile: anche il Mondiale femminile è degnamente rappresentato, partendo dalla storica edizione del 1971 in Messico. Ed ancora: le maglie del Kimberley, che prestò le casacche alla Francia del 1978, e quelle del San Lorenzo, passando ovviamente per la pipa di Bearzot di Spagna 1982 ed il disco d'oro di Gianna Nannini per Notti Magiche di Italia 1990. Anche gli occhiali di Marcello Lippi a Berlino 2006 hanno un loro posto a parte: il tecnico toscano li tolse per non romperli prima dei rigori contro la Francia.
Cinque piani, tre dei quali di pura esposizione: molti oggetti sono in "prestito", ed andranno in tournée altrove (alcuni in Brasile nelle prossime settimane, e così via). Una sorta di museo "itinerante", che però a Zurigo avrà la sua base permanente. "Abbiamo voluto un luogo che parlasse di futuro, educazione, intrattenimento, e anche di una nuova responsabilità sociale", ha spiegato Stefan Jost, il direttore generale del museo: mentre, insomma, la FIFA viene travolta dagli scandali, si cerca di riportare il calcio sul suo piano più rappresentativo di tutti: il gioco puro e semplice.