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La maglia di Balotelli a mo’ di pigiama e il Milan, la domenica speciale di Reina

Il portiere del Napoli ha già firmato un biennale con il ‘diavolo’ e iniziato parte del trasloco. Domenica pomeriggio sarà di scena a San Siro, laddove nel 2013 parò un rigore a Super Mario, e lo farà per l’ultima volta da avversario.
A cura di Maurizio De Santis
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Gigio contro Pepe. Presente contro futuro. La sfida tra Milan e Napoli di domenica pomeriggio accende i riflettori anche sul confronto a distanza tra il portiere 19enne (alla 100sima presenza con i rossoneri) che a fine stagione potrebbe emigrare altrove e l'estremo difensore spagnolo in partenza dal Golfo a costo zero. Niente da fare, non c'è stata alcuna possibilità di trovare l'accordo con il presidente De Laurentiis per il rinnovo e allora l'ex Liverpool ha preso la propria strada, la casa nuova e fatto i pacchi da trasferire nell'abitazione che lo ospiterà fino al 2020 (oppure 2021, nel caso scatti l'opzione per il terzo anno) sulla base di un biennale a 3 milioni netti (più bonus) d'ingaggio.

Sliding doors. San Siro lo saluterà per l'ultima da avversario, da numero uno degli azzurri che a Milano si giocano l'ennesima fetta di scudetto in attesa di arrivare allo scontro diretto del 22 aprile a Torino con la Juventus. Serve non perdere terreno, serve restare col fiato sul collo dei bianconeri e poi giocarsi il tutto per tutto. Le rimonte impossibili in Champions contro avversari altrettanto impossibili, i gol di Milik e Diawara arrivati quando ogni cosa sembrava persa insegnano a non mollare mai. E Reina sarà lì, in mezzo al campo, a fare il proprio dovere nel bene e nel male… come accaduto domenica scorsa, quando ha preso tra le mani la faccia di Insigne e lo ha guardato fisso negli occhi perché restasse calmo nonostante i fischi (ingenerosi).

Da San Siro a… San Siro. Andare via da vincitore e, anche se lo scudetto non dovesse arrivare, non verrà salutato da traditore. E' questo il finale migliore per Reina che a Napoli era arrivato con Rafa Benitez e a Milano (nel settembre 2013) parò un calcio di rigore a Mario Balotelli (che fino allora mai aveva sbagliato dagli undici metri) e mise la propria firma in calce alla vittoria dei partenopei a San Siro. Quella sera andò a dormire con la maglia rossonera numero 45 (la casacca dell'ex attaccante, oggi al Nizza) a mo' di pigiama e i pantaloncini rigorosamente azzurri: un trofeo di battaglia e al tempo stesso un simbolo premonitore di quel che sarebbe accaduto cinque anni dopo.

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