La lezione di Fabio Quagliarella alla giovane Italia del ‘Mancio’
Troppo spesso per raccontare il calcio, come la vita e tutto ciò che ci accade intorno, utilizziamo tante parole ma, probabilmente, non sempre ci soffermiamo troppo sul significato e su quello che vogliamo effettivamente dire. La partita con la Finlandia di ieri sera ha visto indossare la maglia della Nazionale Italiana dopo quasi 9 anni il capocannoniere della Serie A 2018/2019 Fabio Quagliarella e al suo ingresso c'è stata l'ovazione di tutto lo stadio di Udine. Un momento davvero molto bello. Il calciatore della Sampdoria si è ripreso la maglia azzurra all'età di 36 anni in una stagione dove ha realizzato il suo record di reti personali in campionato (21) e ha eguagliato il record di Gabriel Omar Batistuta segnando in 11 gare consecutivamente. Numeri.
Nella serata della Dacia Arena il numero 21 ha toccato tre, quattro, palloni al massimo, ma nelle prime due occasioni ha sfiorato la rete del 3-0, prima con un bel colpo di testa e poi con un tiro di destro che si è stampato all'incrocio dei pali, e alla fine della partita vedendolo applaudire il pubblico che lo omaggiava l'unica parola che mi è balzata in mente è stata "voglia". La Treccani da questa definizione del sostantivo femminile: "Spinta o impulso a soddisfare un desiderio o un bisogno, sia dipendente in maggiore o minore misura dalla volontà". Sono quasi certo che se avesse avuto un'altra possibilità Quagliarella avrebbe fatto goal e avrebbe aggiunto un altro bellissimo pezzo al periodo d'oro che l'attaccante di Castellammare di Stabia sta vivendo e, chiaramente, gli auguriamo che possa continuare.
Lo spirito con il quale Fabio Quagliarella scende in campo potrebbe spiegare, a chi non ama il calcio, il perché si continua a seguire e praticare questo sport e può essere d'insegnamento per tutti i ragazzi che da poco sono entrati nel giro azzurro come Zaniolo, Kean e a tutta la nuova generazione. Un esempio da seguire per abnegazione, lavoro, perseveranza e voglia. Appunto.