La Lazio delle meraviglie che sogna lo scudetto
L'aquila vola sempre più alta in classifica e mentre la Roma arranca in campionato pareggiando a Torino, i biancocelesti di Stefano Pioli toccano il cielo con un dito rifilando un bel poker all'Olimpico all'Empoli delle meraviglie di Sarri e superano per il secondo posto i cugini giallorossi. Gol, spettacolo, divertimento e il boato. Quello che si è sentito al 64′ quando a Torino Maxi Lopez pareggia la rete di Florenzi e impone l'1-1 finale che costerà il 2° posto momentaneo dietro all'imprendibile Juventus, prossima avversaria dei Pioli-boys. Un rincorsa che si è completata e che a 8 giornate dalla fine imporrà alla Lazio di difendere la piazza Champions dai prossimi attacchi giallorossi in attesa dell'atto conclusivo, il derby della capitale in programma alla penultima di campionato. Questo per questa stagione, mentre per la prossima ci sarebbero tutti i presupposti per migliorarsi ancora e porre l'obiettivo ancora più in alto, colorato dal verde il bianco e il rosso.
Quattro gol e ottava vittoria consecutiva (nona se si considera anche il capolavoro al San Paolo in Coppa Italia che è valso la finale contro i bianconeri di Allegri). Numeri da capogiro per la Lazio di Pioli, che vanta anche il miglior attacco della Serie A e da oggi il secondo posto ai danni della Roma che – se sfinisse oggi il campionato – sancirebbe l'accesso diretto alla Champions League. Questa Lazio, nata dalle scelte tattiche di Pioli e dai movimenti di mercato di Tare, è ufficialmente sull’ottovolante e non vuole più fermarsi, anzi se possibile andare anche oltre.
I biancocelesti hanno travolto l’Empoli di Sarri, non un avversario a caso ma una squadra che da tutti è stata definita la più interessante sorpresa di quest'anno. E lo ha fatto in scioltezza, come fosse quasi un allenamento, con tre gol nel primo tempo che entusiasmano un Olimpico festante da prte di Mauri, Klose e Candreva che così firmano 45’ impeccabili e consentono nella ripresa di controllare la gara senza grandi difficoltà. Ci penserà poi il gioiellino Felipe Anderson a chiudere i conti per il 4-0 finale e dar via alla festa tutta laziale.
Se per i tifosi c'è il piacere di superare i cugini, se per i giocatori c'è la conferma di essere un gruppo vincente, per Stefano Pioli c’è la soddisfazione personale di aver eguagliato la striscia di successi consecutivi in campionato che risaliva ai tempi di Maestrelli e Rossi. Roba degli anni 70, roba che però profuma di tricolore. E adesso nel mirino c’è il record assoluto di Sven Goran Eriksson altro confronto da vertigine perché pure lo svedese è tecnico da scudetto. Raggiunse le nove vittorie nel 1998/99 nell'anno propedeutico al Tricolore: un viatico che per Pioli potrebbe essere l'inizio di un sogno e non il semplice raggiungimento di una realtà quasi assodata.
E il destino ha riservato per il tecnico dei biancocelesti una partita tutt'altro che anonima: sabato prossimo c’è Juventus-Lazio, nella tana dei bianconeri, gli stessi che (compreso l'attuale) dominano da 4 anni incontrastati. La stessa Juve che sarà avversaria in Coppa Italia. Mai test più probante sarebbe stato perfetto, con un' aggiunta di pepe sulla coda: l'infortunio al ginocchio dell'ottimo De Vrij, l'espulsione di Novaretti e l'ammonizione di Cavanda contro l'Empoli con conseguenti squalifiche per il prossimo turno. E una difesa tutta da inventare. Per stupire ancora.