La Juventus si laurea campione d’inverno, in perfetta media scudetto
In attesa di capire cosa potrà succedere da qui al prossimo maggio, la Juventus si gode il primo traguardo tagliato in solitaria dopo un testa a testa con il Milan fino alla penultima giornata d'andata. Bianconeri campioni d'inverno, grazie al successo contro l'Atalanta 0-2, un titolo che non fa vincere nulla nè sulla carta nè nella realtà ma che dà di certo un senso alla prima parte di una stagione vissuta da protagonista.
I numeri danno ragione al lavoro svolto da Antonio Conte, al suo debutto in una big, e ad una squadra (e una società) capaci di non farsi distrarre dagli eventi paracalcistici (in primis, la questione Calciopoli e lo scudetto 2006). Insomma, dopo 4 mesi pieni di campionato, e sei anni d'attesa, possiamo finalmente dire che la Juventus sia tornata prepotentemente, e convincendo, nell'elite della nostra Serie A. Da qui a dire che lo scudetto sia già in tasca è troppo, ma i presupposti per giocarsi fino alla fine il tricolore ci sono tutti anche perchè da fine febbraio ritorneranno le Coppe europee e i bianconeri potranno gestire la situazione a proprio vantaggio senza impegni infrasettimanali, meno gare in programma e più allenamenti.
Parlavamo di numeri che sorridono ad Antonio Conte. Prima di tutto, il primato attuale detenuto dai bianconeri: unica squadra dei maggiori campionati europei a non aver ancora subito l'onta della sconfitta. Il tabellino dopo 19 gare recita 11 successi e 8 pareggi, che valgono 41 punti, uno in più dei detentori in carica rossoneri. Un dato che dimostra quanto questa Juventus, quest'anno più dei precedenti, oltre ad aver trovato una quadratura in campo, abbia carattere e rabbia di arrivare.
Non a caso, il girone d'andata ha confermato che nelle sfide dirette con le altre ‘grandi', mai la Juve ha sfigurato, toccando i vertici del risultato soprattutto in due occasioni: nella sfida allo ‘Juventus Stadium‘ contro il Milan, annichilito dalla doppietta di Marchisio, al di là del risultato, anche nel gioco; e nella trasferta di San Siro contro l'Inter, battuta 1-2 in campo e nell'orgoglio di chi si ritrova ad essere avversaria anche per questioni extra-calcistiche. Una Juventus grande con le ‘grandi' e con qualche passo falso solamente con le avversarie di secondo livello ma con enormi margini di miglioramento. I mezzi scivoloni, infatti, sono arrivati unicamente con le ‘piccole', come il Genoa, il Bologna e il Cagliari.
Ma sempre provando a fare la partita, al di là dell'avversario di fronte.
L'abilità di Conte nel gestire situazioni che si sarebbero potute trasformare in detonazioni ad ‘effetto boomerang'. L'attuale, mai sopita, battaglia societaria sul fronte di Calciopoli e della restituzione dello scudetto 2006, non ha mai distratto nè tecnico nè giocatori, sempre concentrati sul rettangolo di gioco. Capacità manageriale di Andrea Agnelli nello scindere radicalmente il calcio giocato con quello dei tribunali ma anche merito di Conte nel non farsi coinvolgere in tematiche che vanno al di là della tattica.
Così come per la gestione di una ‘rosa' fin troppo ricca dove molti giocatori si sono ritrovati scontenti e lasciati indietro, lungo la via. Non solo nomi nuovi che pagano il dazio di una scelta forse azzardata o quantomeno malamente ponderata (Elia) ma anche tesserati di più lunga permanenza (Iaquinta, Toni, Krasic, Amauri) per finire con le vere e proprie icone bianconere fino a quattro mesi fa, considerate intoccabili (Del Piero).
Bene, in tutto questo, Antonio Conte è riuscito a dar spazio e possibilità a quasi tutti, traendo le proprie considerazioni e tracciando una linea da seguire in cui ha inserito alla bisogna i vari Estigarribia, Pepe, Giaccherini, Vucinic, Vidal. Di questi, alcuni oggi sono elementi fondamentali per il gioco bianconero, altri pronti a subentrare quando serve; tutti, comunque, a disposizione sia del tecnico che del progetto.
41 punti in 19 gare è quasi una garanzia di scudetto. Aver fatto bene fino a qui è anche confortante da un punto di vista statistico. Negli ultimi 8 campionati, da quando cioè la Serie A è stata maldestramente allargata a 20 squadre, 41 punti a fine girone d'andata hanno significato, in proiezione, scudetto a maggio in quattro occasioni, tre delle quali proprio nelle ultime due stagioni.
L'anno scorso, il Milan tagliò il traguardo del tricolore a 82 punti, così come fece l'Inter l'anno precedente.
41 punti a metà cammino (con un calcolo a 82 punti finali), avrebbero permesso di alzare lo scudetto anche nella stagione 2008-2009 quando l'Inter vinse il campionato a 84 punti ma la seconda, la Roma, si fermò a quota 74. Così come capitò nella stagione 2003-2004 quando ad aggiudicarsi il titolo di campione d'Italia fu il Milan proprio a 82 punti finali. Solo nel 2007-08 non bastarono (tricolore a quota 85), così come nel 2006-07 (scudetto a 97 punti) e nel 2005-2006 (91 punti sul campo, prima delle sentenze della Caf).
Se poi si considera che quando la Juve taglia per prima il traguardo d'inverno si aggiudica il campionato nel 68 per cento dei casi, significa ancor più che i bianconeri sono oggi in cima alla Serie A con l'intento e i numeri per restarci fino alla fine.
Ultima considerazione da tenere d'occhio: anche l'anno scorso il Milan chiuse l'andata con 40 punti, come adesso.
Poi vinse lo scudetto.