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La Juve ha il suo eroe di Champions: Alvaro Morata, l’ex ripudiato che punisce il Real

Un gol a Torino, uno a Madrid e Juventus in finale a Berlino. E’ lui l’uomo decisivo dei bianconeri, capace di ritagliarsi quella gloria che il Real gli negò la scorsa estate non considerandolo all’altezza di una rosa di fenomeni. “Non ho esultato perché non me la sentivo, non l’avrei mai fatto”. La sua fidanzata, Maria Pombo, twitta: “Grande, sei stato un vero signore. Sono molto orgogliosa di te”.
A cura di Alessio Pediglieri
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Servivano undici leoni e undici leoni sono scesi in campo. Non in un campo qualsiasi ma al Bernabeu, nella tana del Real Madrid campione d'Europa e del Mondo in carica, un palcoscenico unico da far tremare i deboli di cuore. Non certo gli uomini di Allegri che hanno saputo giocare a testa alta sempre: sia quando sono andati in svantaggio su rigore del Pallone d'Oro, sia quando hanno sofferto i tentativi per chiudere il match da parte dei blancos di Ancelotti. Fino al gol della liberazione e che vale la finale di Berlino segnato da Alvaro Morata, il grande ex di turno che ha infilato la porta di Casillas come nell'andata a Torino. L'uomo del contrappasso per il club spagnolo che detiene sul ragazzone madrileno ancora il diritto di ‘recompra' a fine anno. Troppo tardi, comunque sia.

Quando i milionari stanno a guardare – Il club più ricco al mondo, la società che annovera Mister 100 milioni di euro, un Pallone d'Oro, il miglior giocatore degli ultimi Mondiali in Brasile, nonchè un Campione del Mondo oltre ad altre stelle del calibro di Sergio Ramos, Marcelo, Benzema e Chicharito Hernanez, ha dovuto chinare il capo davanti ad un giocatore nei cui confronti non è mai stata elargita sufficiente stima per trattenerlo nel clan delle stelle lasciandolo partire alla volta di Torino, in attesa di capire se fosse davvero un campione o no.

L'eleganza della vendetta – La risposta da parte di Morata è arrivata prima a Torino con il primo gol nel 2-1 dell'andata e la conferma è giunta al Bernabeu, nel ‘suo' stadio, per l'1-1 finale che ha condannato i suoi ex compagni. Senza mai esultare, per rispetto del suo passato (e forse futuro) e di un città in cui è nato e cresciuto. Alvaro Morata ha steso da solo i Blancos consumando la più classica delle vendette nel migliore dei modi. Il Real che non l'ha voluto resterà a guardare, chi si giocherà la finale di Berlino contro il Barcellona (nell'ennesimo derby personale) sarà lui.

Io sono un giocatore della Juventus e tifo Juve. Una situazione particolare per me, non ho esultato perché non me la sentivo, non l'avrei mai fatto. Mi è dispiaciuto quando sono uscito e qualcuno mi ha fischiato: era una partita che ci ha portato in finale. Io sono contento così: dedico il gol ai miei amici che sono ancora a Madrid, come la mia famiglia, la mia fidanzata e il mio procuratore che ha lavorato sempre tanto per me.

Il colpo di mercato di Marotta – Merito di Marotta e i suoi assistenti nell'averlo individuato in estate e averlo portato a Vinovo nella diffidenza e nell'indifferenza quasi totale. Anche se con il problema del riscatto per la ‘recompra' imposta da Madrid. Poco male, comunque andrà è comunque un acquisto  che per i bianconeri si è già bbondantemente ripagato. Ma applausi anche ad Allegri che ha saputo crescerlo e spingerlo con una maglia da titolare in modo graduale. Prima lasciandolo maturare alle spalle di Llorente, poi facendolo giocare con sempre maggiore continuità al fianco di Tevez, partner perfetto con cui ha trovato l'intesa totale.

Gli straordinari meriti di Allegri – Ma limitare la Juventus al solo Morata sarebbe comunque un insulto alla squadra e al suo tecnico. Allegri ha saputo plasmare gli uomini a propria disposizione per costruire una intelaiatura di gioco perfetta, sapendo alternare protagonisti e situazioni. I vari Sturaro, Padoin, Ogbonna, Pereyra si sono fatti sempre trovare pronti al momento giusto garantendo continuità e disciplina. Così come il coraggio e la sagacia di saper  gestire anche i top-player senza guardare in faccia nessuno. Quando ha dovuto e deciso ha tenuto fuori i vari Pogba, Vidal, Llorente, Barzagli. Ha spesso deciso di gestire le forze di giocatori ritenuti essenziali come Tevez o Pirlo, sapendo sempre fare risultato. Vincendo a mani basse un campionato e conquistando due finali: in Coppa Italia e in Champions League.

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