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La Juve è di un altro pianeta. In Italia non c’è confronto e la Serie A è noiosa

La Juve di oggi non può decidere di fermarsi e ricalibrare i propri obiettivi perché le altre squadre non tengono il passo, il riferimento sono il Barcellona, il Real Madrid, il Manchester City. La Juve non può e non deve guardarsi indietro ma è tutto il movimento che deve crescere.
A cura di Jvan Sica
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Mancini, Hateboer, Gosens, Haas magari non saranno mai calciatori stellari, da ricordare per tanti anni eppure sono loro che ieri in Juventus-Atalanta hanno segnato un momento fondamentale per il calcio e per la nostra serie A nello specifico. La decisione di Gasperini di schierare un’Atalanta rimaneggiata nel recupero contro la Juventus, non avendo comunque altri impegni che il campionato, certifica un momento di svolta netto: il 70% delle squadre di serie A ormai sanno che contro la Juve non possono giocarsela e danno per scontato la sconfitta per cui tanto vale schierare squadre B.

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Dalla grande paura della Superlega alla super noia

La grande paura di una Superlega europea con le principali squadre dei campionati del continente (ovvero quella che avrebbe di fatto svalutato il campionato nazionale perché Juve, Bayern Monaco e Barcellona avrebbero poi giocato in patria con le squadre B) si è ribaltata: sono le altre squadre a giocare con formazioni piene di riserve perché considerano impossibile la competizione. Questo è diventato un fatto ieri pomeriggio e apre a tante riflessioni.

Prodotto con poco fascino

La prima viene da altri dati di fatto: ad oggi la media spettatori allo Stadium è la più bassa di ogni campionato dal momento in cui è stato inaugurato. Altro dato è la bassissima offerta fatta da Sky per i diritti televisivi, poi in parte “salvati” dall’intervento di Mediapro. Queste due semplici informazioni certificano un’altra cosa: la svalutazione complessiva del prodotto calcistico italiano e soprattutto del campionato di serie A causata, fra le altre cose, dalla mancanza di competitività all’interno del campionato stesso.

La ricetta di tutti è riequilibrare economicamente

E qui casca l’asino. La Juventus per arrivare dov’è adesso ha investito in infrastrutture, risorse umane, tecnologie e ha in questo momento aperto tantissimi fronti di sviluppo extra-italiani che non può non percorrere per continuare a crescere. La Juve di oggi non può decidere di fermarsi e ricalibrare i propri obiettivi perché le altre squadre non tengono il passo, il riferimento sono il Barcellona, il Real Madrid, il Manchester City e non possono più essere il Napoli, il Crotone, il Bologna. La Juve non può e non deve guardarsi indietro.

Un top club che perde appeal perché senza competitor

Eppure la Juve con la serie A attuale inizia a perdere molti soldi perché la netta superiorità porta noia, seguito minore, difficoltà di piazzare il prodotto a livello internazionale, allontanamento degli sponsor. La Juve ha creato un’azienda molto efficiente e si ritrova a perderci denaro per la pochezza altrui, difficile ormai da colmare. L’unica soluzione vera è un campionato europeo fra squadre allo stesso livello, con un campionato nazionale che prepara non solo la squadra ma in maniera ancora più importante la società e l’ambiente per fare poi il salto nella Lega Europea. Solo in questo modo si può ravvivare lo spettacolo calcistico e ridare senso alla passione che, ricordiamo ancora una volta, senza la competizione ha davvero pochissimo valore.

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