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La Fifa boccia Gibilterra: “Non può essere riconosciuta”

Il presidente Blatter ha annunciato che ci può essere solo una federazione riconosciuta da ciascun Paese.
A cura di Marco Beltrami
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Brutte notizie per la Nazionale di Gibilterra, bocciata dal massimo organo calcistico internazionale. La Fifa ha deciso di non accettare la federcalcio del Paese dell’Europa sud occidentale come membro. E’ stato lo stesso presidente Blatter che dopo la riunione dell’esecutivo ha dichiarato in maniera perentoria: “Gibilterra non può essere ammessa. In base all’articolo 10 degli statuti, ci può essere una sola federazione riconosciuta da ciascun Paese”. Una situazione diversa rispetto a quanto accaduto nello scorso maggio quando Gibilterra, seppur territorio britannico situato nel sud della Spagna, è stato riconosciuto come 54° membro della federazione calcistica del Vecchio continente. Una scelta che ha spento l’opposizione della Spagna che reclama la sovranità sul piccolo Paese.

Gibilterra e le qualificazioni a Euro 2016

Una doccia fredda dunque per i giocatori biancorossi che poche settimane fa hanno celebrato l’esordio nella fase a gironi del Campionato europeo 2016. Un match sfortunato per la squadra di Ryan Casciaro e company che sono stati battuti con un perentorio 7 a 0. Un risultato facilmente auspicabile per una Nazionale di un Paese di soli 30.000 abitanti che vanta tra le sue fila solo 2 giocatori professionisti ovvero ovvero Liam Walker, centrocampista del Bnei Yehuda Tel Aviv e Scott Wiseman del Preston North End. Per il resto la squadra è composta da un pompiere, due poliziotti, un doganiere, un dirigente, un impiegato, un elettricista e un raccomandatario navale. La decisione della Fifa comunque non frena l'entusiasmo a Gibilterra soprattutto in vista del prossimo impegno ufficiale. La formazione biancorossa infatti nella seconda sfida di qualificazione per la rassegna continentale affronterà i Campioni del mondo in carica della Germania. Un'occasione unica per i calciatori di Gibilterra che potranno ritrovare da avversari in campo molti dei propri idoli.

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