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La Fifa avverte Trump: “Via il bando o niente Mondiali negli Usa nel 2026”

Infantino lancia un messaggio diretto al presidente degli States: “Tutti i Paesi che si qualificano al Mondiale, compresi i propri sostenitori, devono avere accesso nel paese organizzatore, altrimenti non è più la coppa del mondo. E’ obbligatorio”
A cura di Marco Beltrami
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Anche il mondo del calcio si schiera contro la politica anti-immigrazione del presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump. La linea dura del neoeletto alla presidenza degli States, che aveva scatenato anche la reazione ironica del Borussia Dortmund, preoccupa e non poco la Fifa che ha intenzione di prendere in considerazione l’idea di un provvedimento altrettanto drastico, ovvero la mancata presa in considerazione della candidatura del Paese a stelle e strisce ad ospitare i Mondiali 2026. Il numero uno del massimo organo calcistico internazionale Gianni Infantino è stato infatti chiarissimo: se l’amministrazione Usa non tornerà sui suoi passi cancellando il provvedimento che congela i pass di ingresso dei cittadini da alcune nazioni a maggioranza islamica, allora non ci sarà alcuna possibilità di un Mondiale americano.

Queste le parole del dirigente Fifa: “Chiaramente tutti i Paesi che si qualificano al Mondiale, compresi i propri sostenitori, devono avere accesso nel paese organizzatore, altrimenti non è più la coppa del mondo. Mi sembra piuttosto chiaro, è una condizione obbligatoria”. Un messaggio diretto dunque a Trump che dovrà affrontare un’altra forma di opposizione al suo provvedimento

Non bisogna dimenticare che il Mondiale del 2026 rappresenterà un evento unico, in quanto sarà il primo in cui scenderanno in campo 48 squadre e non più 32. Dopo le edizioni di Russia e Qatar dunque, quella del 2026 sarà una rassegna iridata innovativa con 16 gruppi da 3 squadre di cui 2 passeranno al tabellone finale che sarà composto dunque da 32 squadre con l’eliminazione diretta a partire dai sedicesimi. Un Mondiale che avrebbe un valore enorme di circa 630 milioni di dollari, molto più dei precedenti. Un motivo in più per gli States per puntare ad ospitare un evento sportivo davvero globale.

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