La favola del Venezia del “Chino” Recoba e di Pippo Maniero
Ai nostalgici del calcio forse scenderà una lacrimuccia quando penseranno a giocatori come Recoba, Taibi, Bilica, Pippo Maniero e tanti altri ancora. Cos’hanno in comune? Hanno tutti giocato con la maglia del Venezia. La squadra della laguna che soprattutto grazie alla presidenza di Zamparini, oltre a cambiare tanti tecnici come solo Big Maurizio sa fare, è riuscito a regalare alcune annate davvero indimenticabili per la squadra nero-verde nel massimo campionato di Serie A. Ecco quindi una delle favole più belle raccontate dal nostro campionato riassunta in 4 punti.
La quasi guerra civile fra la città di Venezia e quella di Mestre. Maurizio Zamparini, il signor Mandi, Emmezeta, e, dal 1986, signor Venezia, inteso come calcio, con il suo carattere vulcanico, comprò sia il Venezia, che il Mestre, fondendoli in un’unica società, scatenando una sorta di guerra civile sugli argini della laguna. Un caos totale che sfocerà anche quando c’era da scegliere sui colori sociali della squadra. Neroverdi veneziani classici, più arancioni di Mestre, un’accozzaglia di colori forti che puntò subito, proprio come cavalieri veneziani, alla conquista delle vette più alte del calcio italiano.
Primo atto della stagione 1998/1999 in Serie A. Il "presidentissimo", dopo aver già esonerato una sfilza incredibile di allenatori, ripartì per questa stagione in Serie A, con Walter Novellino. Il mercato estivo non fu così entusiasmante come tutti si aspettavano. Giovani, sconosciuti e alcuni anche inesperti, si apprestavano a cominciare uno dei campionati che, in quegli anni, era definito il più difficile e impegnativo dell’Europa intera. In porta c’era Massimo Taibi, in cerca di riscatto dopo le non esaltanti prestazioni con il Milan. I quattro di difesa, Carnasciali, Pavan, Luppi e Dal Canto. A centrocampo De Franceschi, Iachini, Volpi e Pedone, alle spalle di Pippo Maniero e Stefan Schwoch. 1 punto e 0 gol fatti nelle prime 5 gare giocate, a cui seguiranno altri risultati negativi fino alla sosta natalizia.
Nella calza della Befana il sinistro magico. Capito il momento negativo della squadra e la necessità di sistemare qualcosa, soprattutto in fase offensiva, Maurizio Zamparini si fionda sulla scopa della Befana cercando di mettere nella tanto amata calza, pochi carboni e molti doni per Novellino. Nel mercato di gennaio infatti, grazie anche al suo fidatissimo direttore sportivo Marotta, Zamparini regalò al pubblico della laguna “El Chino” Recoba. Alvaro, questo il suo nome, acquistato dall’Inter, non veniva quasi mai utilizzato dall’allora tecnico Gigi Simoni e, da “figlioccio” di Moratti, fu mandato a fare esperienza a Venezia. Grazie anche alle sue punizioni e al suo sinistro magico, la squadra di Novellino riuscì a salvarsi quasi in maniera insperata. Realizzò 11 reti e fornì numerosi assist, contribuendo a questo traguardo assieme al compagno di squadra Filippo Maniero. Degna di nota fu la tripletta realizzata contro la Fiorentina, nell'incontro del 14 marzo vinto dalla sua squadra col punteggio di 4-1.
Dal 1999 al 2005 fino alla retrocessione. La stagione 1999/2000, dopo la grande salvezza, fu però decisamente meno brillante di quella precedente. E lo si avvertiva già dagli interpreti scelti da Zamparini per quel campionato. In panchina sedeva Luciano Spalletti che, forse non aiutato dai calciatori a disposizione: gente come Nanami, Petkovic, Berg, Konsel e Bettarini, fu esonerato lasciando il posto prima a Materazzi e poi ad Oddo che non riuscirono però ad evitare la retrocessione. Il ritorno in A però dopo una sola stagione in B cominciò con Cesare Prandelli in panchina caratterizzata poi da una girandola di allenatori e da una rosa impresentabile. Appena dopo la retrocessione Zamparini comprò il Palermo e lasciò Venezia senza una società e con un club che durerà in Serie B fino alla stagione 2004/2005 prima del fallimento definitivo.