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La favola bella di Zaid, in campo al Bernabeu con Cristiano Ronaldo

Zaid è il piccolo profugo siriano che, in braccio a suo padre, franò a terra per lo sgambetto della reporter ungherese all’uomo che in fuga.
A cura di Maurizio De Santis
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Zaid aveva il volto rigato dalle lacrime, gli occhi pieni di paura. E' il bambino siriano che, in fuga con suo padre Osama Abdul Mohsen, franò a terra per lo sgambetto che una reporter ungherese fece all'uomo che, col figlioletto in spalla, fuggiva lungo il confine. Quelle immagini fecero il giro del mondo, suscitarono commozione e sdegno, rabbia e dolore, vergogna dinanzi a tanta cattiveria. La storia del ragazzino ha preso, però, una piega diversa, l'infamia di quel gesto subito ha alimentato il tam tam della solidarietà e dalla Spagna il presidente della scuola allenatori spagnoli Cenafe, Miguel Angel Galan, decise d'intervenire: aveva saputo che Osama era un allenatore di calcio, ex tecnico della squadra del El-Fotuwa, e decise di offrirgli lavoro quale allenatore a Getafe, alle porte di Madrid. Un suo intermediario si recò a Monaco di Baviera, prelevando il migrante e il figlioletto che erano arrivati in Germania tra mille difficoltà. Da allora la loro vita è cambiata.

Per il piccolo Zaid, quello che sembrava un incubo a occhi aperti, s'è trasformato in un bellissimo sogno quando ha saputo che il Real Madrid lo avrebbe ospitato, avrebbe potuto conoscere i suoi idoli, in particolare Cristiano Ronaldo. Scatto di rito, abbraccio con il portoghese e altri calciatori della rosa merengue, poi è arrivata la sorpresa più bella… quasi gli è sembrato di toccare il dito con un cielo. E così, dopo aver fatto un giro turistico all'interno dello stadio Santiago Bernabeu, in compagnia di suo padre e del presidente del Real Madrid, Florentino Perez;, ha potuto visitare anche il centro sportivo della squadra. Tutto a poche ore prima del fischio d'inizio della gara di campionato col Granada. Incantato, Zaid aveva il cuore che gli batteva a mille: foto di gruppo con Pepe, Modric, Kroos e Cristiano Ronaldo. Poi la gioia più grande: prendere per mano CR7 ed entrare con lui in campo nel tempio del calcio madrileno. Tanta cattiveria non ha smorzato quel candido sorriso di bambino. Le favole belle esistono e capita pure che la vita abbia un lieto fine.

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