La farsa di Is Arenas e la rivolta dei fedeli

Uno stadio "ad intermittenza" – Si accende e si spegne, manco fosse un albero addobbato e reduce dalle ultime feste natalizie. Si apre e si chiude, a piacimento, come un ombrello nelle giornate più uggiose. Unico in Italia, e probabilmente nel mondo, l'impianto di Is Arenas ha una particolarità: è uno stadio ad intermittenza. Oggi si gioca, domani no. Tra un mese? Forse! C'è chi è riuscito ad entrarci e chi ancora non ha avuto il piacere di vedere com'è fatto. C'è chi ci ride sopra (per non piangere) e chi, invece, è infuriato contro la Prefettura di Cagliari (che ha dichiarato inagibile lo stadio per problemi di sicurezza) e con il Sindaco di Quartu Sant'Elena colpevole, a detta di molti, di non aver fatto abbastanza per assicurarare ai tifosi sardi lo spettacolo della sfida contro il Milan. La situazione che stanno vivendo i tifosi rossoblu (e quelli delle altre squadre che vivono in Sardegna) è paradossale, ridicola e inconcepibile. Dal "famoso" 0 – 3 a tavolino contro la Roma, è stata un'escalation di polemiche e di brutte figure. Si è passati dalle minacce di Cellino ai dietrofront del Sindaco in occasione di Cagliari-Juventus dello scorso 21 dicembre, giocata a Parma. Dalle tristi e fredde trasferte a Trieste della scorsa stagione, fino alla scelta "cervellotica" di far disputare a Torino, la sfida tra l'undici di Pulga e Lopez e quello di Allegri. Una decisione assurda della Lega Calcio, rigettata totalmente (nelle ultime ore) dal club di Cellino che, appoggiato dai propri tifosi, ha minacciato di disertare l'impianto torinese anche a costo di "portare a casa" l'ennesima sconfitta a tavolino.
Pallone sgonfio e misura colma – Cagliari-Milan, ad oggi, è a forte rischio. Non è dato a sapersi se si giocherà e, soprattutto, dove si giocherà. Il pasticcio, tutto italico, sta davvero diventando fastidioso per tutti, specialmente per i tifosi sardi, umiliati e costretti a subire ingiustizie, una settimana si ed una no: ad intermittenza, appunto. Il conflitto tra le istituzioni, da una parte l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e dall'altra la Commissione provinciale di vigilanza, è arrivato ad un punto di "non ritorno". Un pantano nel quale anche il Sindaco di Quartu, costantemente indeciso sul da farsi, è rimasto "imprigionato". Una situazione che sta destabilizzando l'ambiente cagliaritano che, giorno dopo giorno, continua a chiedersi: "Come mai con il Napoli si è giocato, e con il Milan non è possibile?". Una domanda alla quale, gli organi competenti, hanno risposto adducendo a possibili contatti pericolosi tra le due tifoserie. Una tesi che non convince. Una risposta assurda, se si pensa che, da queste parti, oltre a quella del Napoli sono transitate anche le tifoserie di Palermo e Genoa: curve che, storicamente, hanno sempre avuto qualche piccolo screzio con quella locale. Ma se proprio c'erano tutti questi timori, perchè non vietare la trasferta ai tifosi avversari? Fatta la premessa che anche quest'ultima ipotesi è, a dir poco, anticostituzionale, poteva essere un giusto compromesso per non togliere ai tifosi del Cagliari il gusto di segure da vicino i propri beniamini.
Cinquettìo di rabbia – La rabbia, inutile dirlo, è montata di ora in ora. La scelta di Torino, è stata altra benzina sul fuoco. Che senso ha giocare all'Olimpico? Per i tifosi del Cagliari, non sarebbe "campo neutro": sarebbe come giocare in un'altra nazione, tanto è distante la "location" scelta. Uno sgarbo ai seguaci rossoblu, un favore a quelli del "Diavolo" che potrebbero raggiungere comodamente lo stadio, in meno di due ore di macchina. Una partita che vedrebbe, inevitabilmente, la squadra di casa (in teoria: il Cagliari) giocare in uno stadio praticamente pieno di tifosi avversari. Un'assurdità che ha scatenato polemiche a 360 gradi: dai giornali fino al web dove, a farla da padroni, sono stati i social network: in primis Twitter che, in poche ore, ha decretato #isarenas come uno dei dieci argomenti più discussi dagli utenti dell'uccellino. Una protesta online condivisa anche da alcuni giocatori rossoblu, che dal proprio profilo hanno twittato la loro indignazione. Come, ad esempio, ha fatto Radja Naingolan che si è chiesto "Perchè contro le squadre d'alto vertice ci fanno giocare sempre fuori casa?". Una domanda legittima quella del forte centrocampista, alla quale qualcuno dovrà trovare (e dare) una risposta in tempi brevi. Il Cagliari ed i suoi tifosi non meritano questo…e non lo merita neanche la nostra Serie A che, con tutti questi spostamenti ed eventuali risultati a tavolino, rischia di essere rovinata e, soprattutto, falsata da decisioni inconcepibili!