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La doppietta al Milan a San Siro e poi tanti infortuni. La storia di Giacomo Cipriani

Uno dei più grandi talenti del calcio italiano negli anni 2000. L’ex attaccante del Bologna, nato e cresciuto calcisticamente in Emilia, ha dovuto subire una lunga serie di infortuni. Tante le casacche cambiate in Italia in cerca di fortuna, prima di diventare uno svincolato di lusso.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Un futuro già scritto, la voglia di mettersi in mostra e quel fisico da bomber di razza che gli dava già la possibilità di segnare gol importanti e di procurare spazi di gioco pericolosi per le azioni offensive dei compagni. La storia di Giacomo Cipriani, è fatta un po’ a scale.

L’ex attaccante del Bologna, ha visto fin da giovane aprirsi le porte di un calcio che, specie nei primi anni 2000, era molto diffidente nel lanciare giovani fin da subito nella massima serie. Gli infortuni poi e altre vicende, l’hanno fatto quasi scomparire dai radar calcistici. Ma approfondiamo bene il percorso di quest’altro ennesimo talento mancato del nostro calcio.

Il primo approccio con il calcio e gli esordi a Bologna

Nato a Bologna il 28 ottobre 1980, Giacomo Cipriani iniziò a dare i suoi primi calci al pallone con la squadra della sua città. Un sogno per lui, che diventò inaspettatamente realtà quando esordì in Serie A il 19 dicembre 1999 in un Perugia-Bologna finito con il risultato di 3-2. Ma il suo primo gol in assoluto da professionista, arrivò, come nelle più grandi occasioni, quasi come un gran galà, in una storica notte per il club rossoblu, quando il Bologna affrontò lo Zenit San Pietroburgo nell’allora Coppa Uefa. Un esordio speciale, poiché quel ragazzone, che aveva gli occhi di tutto lo stadio addosso, realizzò, senza alcuna emozione o timore, il gol del temporaneo 2-1 con una potente conclusione dalla distanza. In città si parlava solo di lui e del suo incredibile talento utile per il futuro della squadra.

I primi prestiti in Italia

Nonostante l’ottimo impatto con il calcio professionistico, nel mercato di riparazione invernale dello stesso anno (2000), fu ceduto in prestito al Lecce, dove disputò 8 partite, svolgendo prevalentemente il ruolo di alternativa a Cristiano Lucarelli e David Sesa. Nell'estate 2000 però, fece ritorno al Bologna, che qualche mese prima ne aveva ceduto la comproprietà addirittura alla Juventus, rimasta incantata dalle doti di quel ragazzo e attratta dagli enormi margini di crescita.

Dopo alcune difficoltà iniziali legate al rapporto con l'allenatore Francesco Guidolin e alla concorrenza di Julio Cruz, nella seconda parte della stagione trovò maggior spazio, facendosi ricordare dal pubblico italiano soprattutto per quella doppietta realizzata a San Siro, alla scala del calcio, contro il Milan. Concluse la stagione da titolare, costringendo Cruz alla panchina.

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Il primo di una lunga serie di infortuni

Di lui si parlò già come di uno dei migliori prospetti del calcio italiano, ottenendo convocazioni in svariate nazionali giovanili. Da quel momento però, da quella stagione in cui riuscì a spodestare Cruz, la sua carriera cominciò a vacillare a causa di diversi gravi infortuni. Il primo di questi arrivò nel 2001 quando due operazioni al ginocchio lo costrinsero a quasi due anni di inattività. Apparentemente ristabilito e pronto per tornare in campo, fu dato in prestito prima al Piacenza, poi alla Sampdoria.

Ritornato nel capoluogo emiliano, restò praticamente fermo per 3 stagioni e mezzo, ma proprio a causa dei nuovi e fastidiosi infortuni al ginocchio, non riuscì a dare seguito a quanto di buono fatto durante la prima parte della sua carriera. Da qui, una volta ritornato in forma, pensò che forse era meglio cambiare aria per provare a rimettersi in gioco in una nuova piazza.

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Il giro dell’Italia senza trovar fortuna

E così, nel 2008, ormai ai margini della rosa, decise di accettare la corte dell’Avellino e si trasferì in Irpina con la speranza di potersi rilanciare in un club prestigioso e storico, ma soprattutto in una piazza calda e ricca di passione per il calcio. Ma purtroppo quella stagione per i lupi fu a dir poco mediocre. In Campania infatti, Cipriani, nonostante delle buone prestazioni in campo, non riuscì ad evitare la retrocessione in Lega Pro Prima Divisione della squadra, in una stagione in cui collezionò 17 presenze e 2 reti.

Terminata l’avventura ad Avellino, nel’estate del 2008, in scadenza di contratto, passò a titolo definitivo al Rimini, dove non riuscì ad evitare, anche qui, la seconda retrocessione consecutiva, ai playout contro l'Ancona. Nel 2009 il passaggio alla SPAL, in cui realizzò 9 reti nella stagione 2009-2010 e 13 nella stagione successiva. Sembrava che a Ferrara Cipriani stesse trovando quella continuità che tanto cerava, ma proprio sul più bello, un nuovo infortunio lo tenne lontano dal campo per circa tre mesi.

Le ultime avventura calcistiche

Passato al Benevento nel 2011, firmò un contratto con i sanniti che lo legò ai campani fino al 30 giugno 2014. Un’avventura però caratterizzata dagli infortuni che probabilmente furono la causa, nel 2013, della rescissione del contratto. Quasi inaspettatamente, nel 2014, fu ingaggiato, fino al termine della stagione, dall‘Ascoli, sempre in Prima Divisione. Terminato il campionato con i bianconeri, a settembre del 2014, firmò per il Savoia, che partecipava al campionato di Lega Pro in cerca di una nuova sfida che gli potesse quantomeno dare nuovi stimoli per continuare una carriera partita in modo straordinario, ma che stava terminando troppo presto a causa dei tanti infortuni.

Svincolato al termine della stagione in Campania, di lui non si hanno più notizie per quanto riguarda il calcio giocato. Pensare che Giacomo Cipriani, era stato per molto tempo sulle prime pagine di tutti i quotidiani sportivi come il più grande talento emergente degli anni 2000. Dalla doppietta a San Siro contro il Milan, ad un epilogo di carriera che forse poteva davvero avere maggiore fortuna.

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