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La ‘donnola’ Ruiz, capitano della Costa Rica: “Stiamo facendo la storia al Mondiale”

Bryan Ruiz è il capitano della Costa Rica che col suo gol ha battuto l’Italia, ne ha messo a rischio la qualificazione ed eliminato l’Inghilterra dal Mondiale in Brasile. Gli è bastata una rete agli Azzurri per diventare più famoso (e amato) di un Balotelli qualunque. Il ct Pinto rincara la dose: “Ho vinto ispirandomi alla Juve”
A cura di Maurizio De Santis
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"Questo gol lo dedico alla mia famiglia e al mio popolo. Stiamo facendo la storia al Mondiale". Bryan Ruiz è il capitano della Costa Rica: col suo gol ha deciso la partita contro l'Italia, regalato gli ottavi di finale, fatto esplodere di gioia il Paese centro-americano, depresso l'Inghilterra (eliminata da Brasile 2014 per la sconfitta dell'Italia) e mandato in ansia gli Azzurri, costretti allo spareggio-qualificazione contro l'Uruguay nell'ultima partita del Gruppo D (24 giugno, ore 18 italiane secondo il fuso orario, nell'Arena das Dunas di Natal). Il ko incassato a Recife è una specie di ‘Corea': non ha le proporzioni una disfatta come nel '66 ma perdere contro calciatori che, eccezion fatta per Campbell (Arsenal), Bolanos (Copenaghen) e Ruiz (a far da spola da Psv Eindhoiven e Fulham), sono illustri sconosciuti è come rigirare il coltello nella piaga. Krasnodar, Herediano, Columbus Crew, Alajuelense, Saprissa, Valerenga… i nomi dei club nei quali militano buona parte dei ‘ticos'. E poi basta dare un'occhiata al curriculum di Ruiz, che mai aveva conosciuto la ribalta della Coppa del Mondo nonostante le 64 presenze (14 gol) con la maglia della Costa Rica. Addirittura nel 2006, l'anno del cielo azzurro sopra Berlino, venne tagliato dalla rosa dei convocati per l'avventura iridata in Germania. E nel 2010 la Costa Rica non superò il girone di Concacaf per l'accesso alla fase finale.

L'Italia fa la figura del ‘pollo' di fronte alla ‘donnola' Ruiz

Bryan Ruiz, 28 anni, ala destra alta 188 cm (quanto basta per anticipare di testa mezza difesa italiana), calcia di sinistro e da venerdì sera il suo nome ronza in testa al ct Prandelli e a Gigi Buffon, beffato dalla sua deviazione a pochi passi dalla porta. In patria lo hanno ribattezzato ‘donnola', per come sa districarsi con destrezza da predatore nelle aree di rigore. E l'Italia ha fatto la figura del ‘pollo' al cospetto del guizzo che ha sorpreso tutta la difesa. "Ho lavorato sodo per arrivare a questo Mondiale – ha raccontato Ruiz nell'intervista al sito della Fifa – ed essere capitano della nazionale del mio Paese mi riempie d'orgoglio. Siamo una buona squadra, non abbiamo paura di giocare all'attacco. Ci davano per spacciati, eravamo nel girone della morte… dicevano. Invece, siamo consapevoli che possiamo ancora fare grandi cose in Brasile". Alajuelense (club della sua città natale, Alajuela), Gent, Twente poi Fulham e Psv Eindhoven (in prestito dagli inglesi nella scorsa stagione, 40 partite e 7 gol segnati nel complesso) le maglie che ha vestito in carriera. Ruiz non è una star, ha un valore di mercato modesto e nel panorama internazionale il suo nome è un punto sul mappamondo del calcio. Ma gli è bastato un solo gol all'Italia per diventare più famoso e amato di un Balotelli qualunque.

Il ct della Costa Rica, Pinto: "Ho battuto l'Italia ispirandomi alla Juve"

Il segreto della vittoria della Costa Rica? Lo svela il commissario tecnico, Pinto, che racconta come ha preparato la partita contro gli Azzurri: "Abbiamo giocato con i tre centrali Duarte, Gonzalez e Umana e i due esterni Gamboa e Diaz. Lo fa la Juventus, mi sono ispirato a lei… lo ha fatto l’Italia contro la Spagna in Confederations. Balotelli non conosceva i miei difensori? Adesso ha imparato a conoscerli…".

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