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La crisi Milan e i motivi di una stagione già da buttare

La sconfitta con la Fiorentina ha riaperto la ferita rossonera: un’emorragia di gioco e risultati per la quale, pare, non vi è soluzione. Ecco il parere di chi, domenica scorsa, ha assistito all’ennesimo passo falso del Diavolo.
A cura di Alberto Pucci
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Milan - Fiorentina

Frustrazione rossonera – Entrare alla scala del calcio, per assistere ad uno spettacolo milanista, è ormai diventato sinonimo di frustrazione e depressione. Lo testimoniano i numeri della "cavalcata" rossonera in campionato, lo certificano i pochi che, eroicamente, sfidano il freddo per seguire quello che rimane della squadra più titolata al mondo. Domenica scorsa, la Fiorentina non ha solo vinto: ha dimostrato di avere un'idea di gioco ed un allenatore convinto di quello che sta facendo. Ha messo in mostra una condizione fisica straripante ed un gruppo di ottimi giocatori (alcuni ritenuti da rottamare), scelti con sapienza da una dirigenza lungimirante e dall'esperienza di persone come Daniele Pradè, al quale va riconosciuta la paternità di questa creatura. Tutti dettagli che, dalla parte opposta, sono venuti meno e continuano a mancare. Qual'è la medicina migliore per curare questo Milan? Se lo chiedono in molti, dentro e fuori San Siro. I tifosi paiono sconsolati e spaventati dalla situazione, i giornalisti che, quotidianamente, seguono il Milan si stropicciano gli occhi davanti alla pochezza di questa squadra. Sconcertato nell'intervallo Luca Serafini, abbattuto al triplice fischio finale Mauro Suma, amareggiato Carlo Pellegatti. Intorno a loro, giornalisti preparati ed esperti di "cose" rossonere, il resto della stampa: attonita e completamente spiazzata dall'eventualità di dover accostare la parola "Milan" a quella "Retrocessione". In attesa di trovare la medicina adatta, per curare il "febbrone" rossonero, analizziamo (ed aggiorniamo) insieme le probabili ragioni di questo malessere e addentriamoci nella crisi milanista.

Scelte societarie – Sono diverse, a mio modo di vedere, le componenti del "flop" del Milan. La prima, inevitabilmente, risiede all'interno della società. Le scelte fatte in estate, come abbondantemente già scritto, hanno rovinato tutto ciò che di buono era stato fatto prima. Un conto è tentare di risanare il bilancio cercando di mantenere alta la qualità della squadra, un'altro è sventrando, impoverendo e vivisezionando corpo, anima e cervello della rosa milanista.

“ Niang? Certamente un buon giocatore, ma che ogni giorno accumula sciocchezze. Qualche anno fa il Milan non avrebbe commesso l’errore di pensare a un giocatore come lui! ”
Gennaro Gattuso
Al di là delle famose cessioni, alcune scelte proprio non si spiegano. Ad esempio: c'è qualcuno in grado di affermare che giocatori come Gattuso, Inzaghi e Seedorf (tanto per fare tre nomi "al volo"), sono peggio di De Jong, Pazzini e Montolivo? Per quale motivo non si è fatto di tutto per cercare di non far evaporare l'anima e lo spirito del Milan vincente di questi ultimi anni? Con che criterio è stato fatto andar via Alessandro Nesta, prendendo Acerbi e dando fiducia a Mexes? Si è detto: l'allenatore dia giustificazioni e, nel caso, paghi con il suo esonero. Possibile sia l'unico colpevole? In Via Turati, e nella "pancia" di San Siro, la tensione si taglia con il coltello. Domenica scorsa, in "mixed zone", ne ho avuta l'ennesima testimonianza assistendo, di persona, ad attimi di "incomprensione" tra ufficio stampa e giornalisti: un piccolo screzio che rende l'idea di quanto sia pesante la situazione. Lo sanno tutti e lo sa anche Silvio Berlusconi che, dopo aver confermato Allegri fino alla fine della stagione (e anche su questo punto, permettetemi di dubitare), volerà venerdi prossimo a Milanello per "catechizzare" di persona ogni singolo giocatore. La mano pesante e le decisioni autoritarie del padre di questa squadra (alias: Berlusconi), mancano da tempo e servono come il pane. Un tempo, quando l'attenzione del presidente era continua, non c'era nessun giocatore che si azzardava a vestirsi e pettinarsi come un pagliaccio e girare per il centro di Milano, a braccetto di una velina e a bordo di un mezzo leggermente vistoso e, per giunta, senza patente. Tempo fa c'era "lui" e c'era anche il carisma di uomini come Maldini e Gattuso, ai quali bastava uno sguardo per farti capire come e dove stavi sbagliando. Oggi, a parte il "povero" Ambrosini, si è fatta "tabula rasa"…e la colpa non può essere solo ed esclusivamente dell'allenatore.

Allenatore in confusione e giocatori poco attaccati alla maglia – Per settimane ho "sposato" la causa della poca colpevolezza di Massimiliano Allegri. Ho fatto parte di quella parte di tifosi che riteneva il tecnico in balìa di errori altrui. Dopo le ultime apparizioni e le recenti scelte del "mister" toscano, non sono più di questa idea. Allegri ha sbagliato nel dare il suo assenso ad alcune cessioni (Ibrahimovic ed i senatori milanisti), nel "non" prendere posizione, in maniera netta e decisa, di fronte alle sparate di Galliani (convinto di avere tra le mani una fuoriserie) e, attualmente, nel gestire l'attuale parco giocatori a disposizione. Continui cambi di modulo e uomini, hanno finito per mandare in confusione l'intero ambiente. Contro la Fiorentina, ha scelto di far riposare Bojan Krkic (l'unico capace di verticalizzare l'azione, saltando l'uomo) cambiando nuovamente gli undici in campo. Ha puntato (sbagliando) su giocatori, ormai alla frutta, come Boateng, Pato e Mexes che, oltre a non poter più correre, sembrano non voler più correre. E questo, è il punto che più duole alla gente di fede milanista. La squadra in campo non corre e, ancor peggio, lotta pochissimo. Tolti i soliti due/tre nomi (l'impegno, la tenacia ed il cuore di Ambrosini è commovente), il resto della truppa passeggia in campo e non fa nulla per infiammare il pubblico sugli spalti che, tempo fa, era davvero il dodicesimo giocatore in campo. Domenica scorsa, sempre nella pancia dello stadio milanese, mi sono passati davanti tutti i protagonisti di questo pomeriggio a tinte viola e quelli più dispiaciuti, dell'ennesimo stop casalingo, erano sempre i soliti due o tre…più l'ospite Sandro Nesta che, vi assicuro, sembrava più abbattuto lui che il buon Alexandre Pato che, forte della sua grande gara e del rigore piazzato nel "sette, è uscito dallo stadio sorridente e pronto ad affrontare la serata milanese. Con la sconfitta contro la Fiorentina, la situazione si è fatta grave e, probabilmente, qualcuno non lo ha ancora capito! Allenatore e giocatori, sono infatti attesi dalla trasferta di Napoli dove, storicamente, il Milan ha sempre fatto fatica. Perdendo anche questa partita, il Diavolo si ritroverebbe in piena zona retrocessione, con una crisi gravissima da affrontare e Anderlecht e, soprattutto, Juventus alle porte. "Paura, eh?", chiederebbe perfido, il buon Carlo Lucarelli. "Scende in campo Berlusconi", titolano i giornali sportivi di oggi. Basterà lui per far passare il terrore al tifoso milanista? Basterà metter mano al portafoglio per far rinascere la squadra? Si parla di possibili acquisti per Gennaio: un difensore ed un attaccante (Balotelli?). Notizie fondate o semplici "rumors"? E poi, saranno giocatori dal reale valore o "mezze pippe" tirate fuori dal cesto delle occasioni a parametro zero? Come direbbe Caressa: cari amici milanisti, stringetevi forte e vogliatevi tanto bene. In questo momento, ne avete davvero bisogno!

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